15/12/2009 - Si è inaugurata il 1° ottobre scorso a Saint Etienne la Cité du Design, nuova istituzione dedicata alla comunicazione, ricerca e istruzione nel campo del design. Il progetto, ideato dagli architetti tedeschi dello studio LIN - Finn Geipel + Giulia Andi, si trova sul sito storico della Fabbrica Nazionale di Armi della città francese, capoluogo della Loira.
La Cité du Design rappresenta l’anello di congiunzione tra il patrimonio industriale della città e gli investimenti nella creazione, ricerca e formazione per il futuro. Questa nuova istituzione riunisce in sé la École supérieure d’art et de design, la Saint-Etienne International Design Biennial e il Vocational Training Centre. Il progetto ha comportato il restauro di una serie di edifici storici e la realizzazione di nuovi edifici come il “Platine” (200x32 m), la torre Osservatorio (alta 31 m), due giardini e la Place d’Armes, uno spiazzo pubblico.
L'Osservatorio è stato il primo elemento ad essere edificato nel 2006, rivolgendo l’attenzione all'interazione tra architettura, programmi futuri, accoglienza del pubblico e opportunità del sito. Situata lateralmente al Bâtiment de l'Horloge, questa torre, assemblata in situ, ha svelato da subito il progetto alla popolazione Saint Etienne, offrendo una prospettiva nuova in città e diventando un importante punto di riferimento, identificabile con la Cité du Design.
L'Osservatorio, che sorge nel cuore della Cité, sconvolge l’apparente simmetria delle strutture e la gerarchia visiva tra la facciata e le aree di produzione. Domina dall’alto gli altri edifici e con la sua altezza, che ha consentito, durante tutta la fase di cantiere, di osservare dall’alto l’intero processo di costruzione, ha assunto ora il ruolo definitivo di punti panoramico.
Il Platine è un “laboratorio climatico” la cui pelle, configurabile in diverse maniere, avvolge differenti attività, tra cui spazi espositivi, un auditorium, l’agora, una serra, una mediateca e una biblioteca. Questa pelle è modulata nei vari spazi in funzione delle esigenze di luce e microclima. La struttura del Platine è una sorta di traliccio, formato da una maglia tridimensionale di profili metallici di dimensioni minime, basati su un modulo di 2,10 m, che sono al tempo stesso sia tetto sia pareti. L'omogeneità e la distribuzione delle forze in tutte le direzioni generano una struttura non gerarchica - un openspace privo di qualsiasi sostegno strutturale intermedio. Viste dall’interno, le dimensioni minime dei profili segnano il confine tra interno ed esterno.
Il Platine è concepito come un unicum, in cui ogni parte interagisce con l'ambiente, e in cui ogni elemento è al tempo stesso il risultato e il determinante di altri fattori. Il progetto regola con precisione gli ambienti climatici interni e tende all'indipendenza energetica. La successione delle diverse aree all'interno del Platine, tutte climaticamente indipendenti fra loro, è caratterizzata da pareti divisorie chiamati filtri. Garantiscono sia la protezione acustica sia la stabilità climatica di ogni singola area, come, ad esempio, nella serra. I due layer dell’involucro sono coinvolti nella regolazione del microclima. Lo strato esterno dei vari pannelli è in grado di modulare gli input in aree diverse a seconda delle esigenze; filtra la luce, la assorbe e la trasforma in energia, regolando anche l'aria e gli scambi di calore.
Sulle superfici interne, ventilazione naturale, riscaldamento e raffrescamento tramite un sistema reversibile di riscaldamento/raffrescamento a pavimento, e uno strato a bassa remissività nella parte inferiore aumentano il comfort termico degli occupanti. Il layer a bassa emissività delle pareti interne permette all'energia dissipata dai sistemi di riscaldamento/raffrescamento a pavimento di essere riflessa, come uno specchio termico. Sotto il Platine è stato realizzato un sistema geotermico, attraverso l'attivazione ‘termica’ di pali di fondazione, l'uso di pozzi canadesi per il pre-condizionamento dell'aria e gli scambi d'aria tra le zone per ridurre il consumo energetico.
I pannelli modulari triangolari che compongono la facciata del Platine integrano facilmente in un unico coerente sistema l'energia prodotta dagli elementi, compresi i pannelli fotovoltaici. Molte cellule sono collegate tra loro in un modulo solare fotovoltaico, che può assumere diverse configurazioni e inserirsi in un pannello di tipo triangolare. L'energia prodotta è reintrodotta nella rete globale e contribuisce a ridurre il carico sui centri di produzione e fornitura di energia elettrica.
120 mq di superficie esterna sono riservati all’installazione di pannelli sperimentali, ispirati al principio della fotosintesi, costituiti su un lato da uno strato di biossido di titanio coperto da un colorante chiamato “sensibilizzante" e sull'altro lato da una soluzione elettrolitica. Quando un raggio di luce colpisce il colorante, un elettrone viene espulso. Tutti gli elettroni liberati attraversano l’ossido, sono raccolti sul bordo della cella e, quindi, direzionati verso un circuito esterno.
Il rivestimento del Platine regola non solo il microclima, ma anche l’illuminazione, modificando gli angoli per bloccare la luce. La luminosità varia in funzione delle condizioni esterne e delle esigenze interne fornendo un'illuminazione artificiale controllata nelle aree espositive o in quelle con esigenze di elevata illuminazione, come la serra o l'Agorà.
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