27/11/2009 – Avviati nella seconda metà del 2007, sono stati recentemente ultimati a
San Giuliano di Puglia i lavori di ricostruzione di
33 alloggi distrutti dal terremoto che nel 2002 colpì il paesino molisano causando la morte di 30 persone. Si conclude così l’operazione di ricostruzione post-sisma. Risale infatti allo scorso anno l’inaugurazione dell’edificio scolastico Francesco Jovine crollato a causa del terremoto. Si attende ora la realizzazione del
Parco della memoria destinato a sorgere nelle vicinanze della scuola.
Il progetto dell’intero blocco residenziale è firmato dallo studio genovese 5+1AA di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo.
Come restituire intimità e differenze in un unico atto progettuale? Questo l’interrogativo da cui muove la riflessione dei progettisti. La forza imprevedibile dei colori, applicati a semplici volumi, sbalzi e arretramenti della case provano a risolvere questo dilemma.
“La varietà delle condizioni abitative ante-sisma – spiegano gli autori stessi del progetto – unita alla molteplicità delle esigenze degli abitanti, incontrati uno ad uno, hanno spinto a evidenziare la peculiarità di ogni abitazione, differenziandone gli arretramenti e gli sbalzi volumetrici, le tonalità della pietra e i colpi di colore, in modo da rafforzare una sorta di “realismo magico”: l’oggettività dei materiali e dei terrosi colori locali, ma con l’aggiunta di elementi di leggera deformazione che restituiscano l’individualità ai residenti”.
Di qui la scelta della variazione delle inclinazioni dei tetti, dell’alternanza con i tetti piani, o delle variazioni nei colori. Il sistema di sbalzi che caratterizza il profilo esterno, cui corrispondono logge e arretramenti all’interno, si riflette anche nelle gradazioni cromatiche sui toni della pietra.
“Il tema del colore applicato in questo specifico caso di ricostruzione, è stato articolato secondo due specifici obiettivi:
- la conformità e la continuità rispetto ai materiali ed alle tinteggiature locali
- la necessità di restituire una intimità ed un senso di appartenenza ad ogni abitante-famiglia, reinserito nella realtà della ricostruzione.
L'idea di rendere comprensibile l'individualità di ogni abitante, di ogni famiglia, ha spinto verso l'utilizzo, rispetto agli arretramenti ed agli sbalzi volumetrici, di colpi di colore sempre legati alle tonalità terrose, in modo da rafforzare questa sorta di "realismo magico" che vorrebbe caratterizzare il progetto nel suo insieme: oggettività dei materiali e dei colori locali, ma con l'aggiunta di elementi di leggera deformazione che restituiscano l'individualità ai residenti”.
La progettazione degli spazi pubblici è stata condizionata dall’idea di realizzare luoghi le cui dimensioni fossero proporzionate alle tradizioni urbane del luogo. Il corso resta pertanto il luogo urbano per eccellenza, mentre le piccole “radure” all’interno del Centro Storico rafforzano come in passato la ricchezza dell’apertura percettiva verso il paesaggio coltivato.
Al fine di rispettare l’alternanza di spazi ricchi e spazi più tranquilli – tipica delle città tradizionali e dei piccoli spazi urbani – il progetto affianca inoltre alla monumentalità del Corso, la Piazza del Mercato e la Piazza-Corte, la sobrietà di ulteriori spazi, più piccoli, meno illuminati, immaginati come zone di semplice passaggio o dove poter sostare anche in solitudine.