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03/10/2006 - A Shangai l’architettura verticale si chiama “Bionic Tower”, e porta la firma di tre architetti spagnoli: Eloy Celaya, Javier Pioz e María Rosa Cervera. Si tratta del primo modello di città verticale intesa come struttura urbana ecologica, ispirata a strutture e principi appartenenti alla natura.
La Torre Bionica non è semplicemente un grattacielo; è bensì il progetto di una intera città, destinata a svilupparsi per ben 1.228 metri di altezza sopra il livello del mare, su una superficie di 2.000.000 di metri quadrati. Di questi solo il 25% è destinato a uso residenziale; la restante area sarà occupata da uffici, alberghi, spazi per il verde, il commercio e l’intrattenimento.
Complessivi 368 ascensori consentiranno di percorrere la struttura andando ad una velocità dai 5 ai 15 metri al secondo.
La continua crescita della popolazione mondiale non lascia pensare che all’architettura verticale come possibile città del futuro. Le trasformazioni di cui sono state protagoniste le città negli ultimi 100 anni hanno comportato, in termini ecologici, alla graduale distruzione del mondo vegetale, allo sfruttamento ambientale, nonché ad un irrazionale spreco energetico. L’obiettivo dei progettisti che hanno concepito la Torre Bionica è restituire la terra alla natura: “Secondo i concetti tradizionali di “città orizzontale” e “densità verso il basso” – spiegano Pioz e Cervera - 100mila abitanti occuperanno una superficie di almeno 4 km di diametro, con una significativa invasione dell’ambiente circostante. Diversamente, la Vertical City Bionic Tower, con una capacità di accoglienza di 100.000 abitanti, occupa un’area di soli 1000 metri di diametro, e ciò consente di restituire alla natura tratti di terra non occupata”.
La Città Verticale Torre Bionica si compone di due complessi urbani bio-ecologici integrati l’uno nell’altro, che si sviluppano rispettivamente in verticale ed in orizzontale. Il primo – la “Torre Bionica” – si compone di 12 quartieri che si sviluppano in verticale per una altezza media di 80 metri ciascuno. Il secondo complesso – “the Island Base” – è una pianta ellittica il cui diametro misura 1 km dove trovano spazio edifici di altezza comune, giardini, laghi e collegamenti.
Ispirata alle strutture biologiche presenti in natura, la futura città verticale di Shangai cresce in altezza imitando le caratteristiche della specie vegetale: “La natura non costruisce con colonne e travi. La sua logica costruttiva è la tutela dell’energia, l’adattabilità e la flessibilità”.
Sono dunque queste le caratteristiche fondamentali che Celaya, Pioz e Cervera intendono conferire al loro avveniristico progetto.
Le fondamenta del grattacielo bionico imitano infatti la struttura delle radici di un albero; un sistema di cementificazione flottante che si sviluppa come ramificazione di centinaia di bracci sotterranei lungo i quali vengono frammentati e dispersi i movimenti causati dal vento o da eventuali sismi.
I 12 quartieri sono inoltre separati da aree vuote di 15 metri di altezza che servono da ammortizzatori in caso di emergenze, proprio come il tronco di un albero, per resistere a vento, incendi o terremoti, aumenta il vuoto interno man mano che cresce in altezza.
Il progetto, per il quale si prevede una spesa di due bilioni di pesetas, diventerà forse realtà tra 20 anni.
www.bionictower-bvs.com
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