27/07/2006 - Si è concluso il concorso di progettazione in unico grado “Arcate del Greco”, bandito da Rete Ferroviaria Italiana SpA e avente per oggetto le opere di mitigazione ambientale e di riqualificazione delle arcate del viadotto ferroviario esistente e di quello in corso di realizzazione per il collegamento Stazione Centrale – Malpensa.
“Il concorso affronta uno dei temi più problematici della riorganizzazione urbana: il rapporto tra la città e la ferrovia[…]. Il concorso si occupa di un episodio particolare, di ridotta dimensione ma di valore esemplare: si tratta non solo di rendere tecnicamente compatibile il nuovo viadotto col contesto residenziale, ma di disegnare un nuovo fronte della ferrovia verso la città e riscattare, con questo intervento, un frammento di territorio urbano dalla sua condizione di consolidata marginalità” (Anna Giorgi e Marco Engel - IN/ARCH Sezione regionale lombarda).
Primo classificato
“Mura doppio bivio Turro” - Pan Associati S.r.l. (Milano): architetti Gaetano Giovanni Selleri, Raffaele Selleri, Benedetto Selleri
“Il progetto propone una soluzione di grande interesse ambientale e paesaggistico, introducendo pregevoli elementi di naturalizzazione dell’ambiente urbano circostante.
A sud la sistemazione del parco gioca, infatti, sul piano inclinato di una scarpata artificiale per contenere l’incombenza del due viadotti ferroviari. Per contro la parete murata a nord sottolinea il carattere monumentale del manufatto e nello stesso tempo plasma una architettura che favorisce la percorribilità delle arcate a terra e l’accesso alla parte a sud del comparto destinata al verde ed alle attrezzature sportive.
La finitura in laterizio della parete contribuisce a rafforzare la presenza spaziale della cascina Conti”.
Secondo classificato
“Le Arcate del silenzio” - ATI fra “Ricci e Spaini Studio di Architettura Srl” ed “Alhambra Srl” : arch. Filippo Spaini, ing. Carlo Margheriti
Consulenti: arch. Mosè Ricci, inge. Tiziana Bastianello
Collaboratori: ing. Angelandrea Salcuni, arch. Maddalena Ferretti, arch. Nicola Bartoccelli, arch. Margherita Menichelli, Grifone Oddi Baglioni, arch. Stepan Krawctschuk, Claudia Moscardelli, Susanne Eliasson
“Il progetto avanza due diverse soluzioni delle quali la giuria ha privilegiato quella denominata ECO, tale soluzione dimostra avere attenzione allo spazio pubblico ed ad un ruolo importante del verde quale elemento di interconnessione tra la superficie orizzontale e le strutture dei manufatti ferroviari; di particolare interesse la operazione di recupero degli spazi sottostanti.
Peraltro appare non pienamente convincente la sottile trama di armatura del rivestimento vegetale come nel caso della soluzione LITE di altri paramenti che non convincono pienamente sotto il profilo progettuale, gestionale e manutentivo”.
Terzo classificato
“Rumore bianco” – ATP fra arch. Ludovica Di Falco (capogruppo), arch. Alessandro Cambi, arch. Francesco Marinelli, arch. Paolo Mezzalama
Collaboratori: arch. Marco De Angelis, dott.ssa in architettura Justyna Morawska, arch. Alice Perugini
“Il forte gesto architettonico del progetto produce una soluzione profondamente unitaria che, per un verso, valorizza il manufatto ferroviario, ma, per un altro, trascura l’uso del suolo, lasciando in ombra gli spazi a terra e priva di contributo la ricerca, centrale nel bando del concorso, di una valorizzazione dell’identità del quartiere e della riqualificazione dei suoi spazi marginali. Inoltre, l’opzione tecnologica, pur di innegabile interesse, desta qualche perplessità circa la possibilità di corretto impiego del materiale privilegiato in relazione alla funzionalità prevista”.
Progetti segnalati
“Le Arco barriere di Greco” – ATP fra ing. Alfonso Corredor (capogruppo), arch. Luisa Oliati, Leonor Paredes e Roberto Catucci
“Il progetto punta su una soluzione ispirata da ricercati percorsi tecnologici, studiando forme che consentono oltre all’insonorizzazione della linea ferroviaria e al contenimento dell’impatto ambientale un elevato effetto visivo. Peraltro la complessità del sistema proposto, ravvisabile principalmente nell’ingombro delle strutture al suolo, e il largo ricorso a materiali trasparenti implicano problemi di non facile soluzione per il mantenimento dell’immagine dell’opera”.
“Tre son meno di cinque” – ATP fra arch. Francesco Librizzi (capogruppo), arch. Aldo Turchetti e arch. Massimo Tepedino
Consulente: ing. Marc Laniray
Collaboratori: arch. Olivia Marie, Sarah De Bancalis De Maurel D’Argon
“Il progetto ripropone un vigoroso gesto architettonico con qualche ridondanza che risignifica tuttavia lo spazio dell’intervento in modo aggressivo. L’ “oggetto” architettonico non pare potere rigenerare un intorno del quale si torna a sottolineare l’importanza per il quartiere, nonostante contempli suggestive connessioni fra il suolo e il manufatto”.
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