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Trento: il nuovo museo delle Scienze
Il progetto porta la firma di Renzo Piano, chiamato a riprogettare l’area dell’ex fabbrica Michelin
Autore: roberta dragone
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TRENTO: IL NUOVO MUSEO DELLE SCIENZE
12/04/2006 – “Una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, adagiati su un grande specchio d’acqua sul quale sembrano galleggiare, moltiplicando gli effetti e le vibrazioni della luce e delle ombre”. È così che Renzo Piano ha immaginato il nuovo museo delle scienze destinato a sorgere a Trento, nell’area dell’ex fabbrica Michelin.

Ad ottobre del 2002 l’architetto genovese riceveva da Iniziative Urbane Spa l’incarico di riprogettare l’area ex Michelin, che si estende su 11 ettari da palazzo delle Albere a Via Monte Baldo e dalla linea ferroviaria fino alla sponda sinistra dell’Adige. Obiettivo della proposta di Piano è restituire alla città il suo corso d’acqua riqualificando l’area tra il centro storico ed il fiume. Il progetto definitivo è in questi giorni all’esame della commissione edilizia per la concessione.

Una grande area industriale dismessa sarà presto riqualificata e restituita ai cittadini.
In primo luogo la ricucitura dell’area col tessuto cittadino esistente ed il recupero del rapporto con l’ambiente fluviale attraverso una migliore fruizione delle sue risorse naturali; in secondo luogo la ritrasformazione dei luoghi divenuti ormai marginali rispetto alla città in spazi urbani in grado di ospitare uffici, attività commerciali, ma anche eventi culturali e situazioni ricreative. Un grande parco pubblico in diretta relazione con il fiume, intrecci di canali, e l’installazione di un mix di funzioni per attività commerciali, incontri sociali e culturali.

“Il progetto – si legge nella relazione - privilegia una lettura orizzontale del rapporto tra i nuovi edifici e gli spazi aperti proprio grazie all’altezza degli edifici, i cui ritmi e scala dimensionale sono paragonabili a quelli della città storica e delle attività industriali preesistenti.
L’intero nuovo quartiere sarà caratterizzato da edifici alti 4/5 piani con tipologia prevalentemente in linea o a corte, e con la presenza di due “oggetti speciali”, che funzioneranno da magneti aggreganti a tutte le ore del giorno, sia per gli abitanti del nuovo insediamento che per il resto della città”.

Il centro congressuale a sud, destinato ad accogliere un centro meeting ed altre attività di interesse collettivo, ed il museo della scienza a nord i “due oggetti speciali” citati nella relazione.

Il museo delle scienze si trova a stretto contatto con il nuovo parco pubblico e con il Palazzo delle Albere.
Piano concepisce il museo come una struttura in cui “i grandi temi del percorso espositivo siano riconoscibili anche nella forma e nei volumi mantenendo al tempo stesso un ampia flessibilità di allestimento degli spazi, tipica di un museo di nuova generazione”. Di qui la particolare interpretazione volumetrica: una successione di pieni e vuoti che sembrano galleggiare su un grande specchio d’acqua, e grandi falde per la copertura che ne assecondano le forme.

Nel primo volume, partendo da est, trovano spazio uffici amministrativi e di ricerca, laboratori scientifici, spazi accessori per il personale. Allineato con l’asse principale del quartiere, lo spazio per la lobby attraversa l’intera profondità dell’edificio affacciandosi a nord sull’area verde di palazzo delle Albere.
Una serie di spazi espositivi sale gradualmente in altezza dal primo livello fino quasi a “sfondare” la copertura. In tal modo il visitatore si ritrovai ad un certo punto immerso nella realtà circostante passando dalla “simulazione” all’esperienza diretta.
Ulteriore peculiarità dell’edificio è la “rain forest”: “una grande serra tropicale che in particolari periodi dell’anno potrà relazionarsi con specifici allestimenti espositivi, anche all’esterno, su appositi spazi di pertinenza dove l’acqua, la luce ed il verde, faranno da naturale scenografia all’esperienza del visitatore”.

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