31/10/2005 – È stata recentemente ultimata la realizzazione delle strutture esterne dell’Oval di Torino, il Palazzo dello Sport per il pattinaggio di velocità su ghiaccio, destinato a diventare una delle sedi principali dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Il progetto porta la firma dello studio Zoppini associati di Milano.
La realizzazione della struttura, situata alle spalle della stazione ferroviaria del Lingotto, rappresenta il primo significativo intervento di riqualificazione dell’area ferroviaria del Lingotto e dell’ex Fiat Avio.
Il nuovo palasport Oval sorgerà su una superficie coperta di 25mila metri quadrati, per 400 metri di lunghezza e 100 di larghezza, senza pilastri interni.
Peculiarità del progetto sono la nervatura metallica reticolare e la struttura portante visibile all’interno: sei travi principali e le travi secondarie perpendicolari.
Il disegno – spiega lo studio Zoppini – doveva rispondere a tre esigenze: la copertura della pista per le gare di velocità, la trasformazione futura in un padiglione fieristico e la riqualificazione dell’area. Obiettivi che dovevano rispondere a tre criteri fondamentali: semplicità chiarezza e funzionalità.
L’edificio ha infatti una struttura molto semplice e regolare, e questo per meglio reintrepretare il linguaggio del Lingotto di Mattè Trucco e la ristrutturazione di Renzo Piano. L’unica eccezione alla linearità del progetto è rappresentata dalla irregolarità di tre corpi sporgenti a forma di astronave realizzati in zinco-titanio
Per rispondere al criterio di chiarezza, le tre mezze sfere schiacciate avranno precise funzioni. Durante i giochi olimpici indicheranno le sale in cui sarà diviso lo spazio: rispettivamente per le autorità, la stampa e lo staff responsabile della gestione degli eventi. In futuro diventeranno gli ingressi del padiglione fieristico.
“L’Oval – commentano gli autori del progetto – ha una maglia semplice nella quale si inseriscono tre corpi emergenti che, durante i Giochi, serviranno come accessi separati per i differenti fruitori dell’impianto. Dopo, consentiranno la suddivisione dello spazio in tre sottoscale”.
|