06/01/2005 – La nuova generazione di progettisti under 36 sa meglio interpretare le tendenze rivoluzionarie dell’architettura contemporanea. È stata questa la novità che ha ispirato “Nuova Architettura”, l’evento promosso dagli architetti del Veneto che dal 16 al 19 dicembre ha offerto a Cortina d’Ampezzo mostre, tavole rotonde e simposi.
I giovani professionisti sarebbero capaci di interventi urbani che lanciano l’immagine della città come veri e propri piani di marketing. Sempre più spesso formati all’estero, gli architetti under 36 prendono parte a concorsi di progettazione nazionali ed internazionali dimostrando grande familiarità con le nuove tecnologie costruttive, abilità nell’utilizzare il computer ed un approccio innovativo alla proposta architettonica. Così non sarebbe, tuttavia, per gli architetti italiani che avrebbero non poche difficoltà nello stare al passo coi nuovi tempi. È quanto dichiara Furio Barzon, curatore dell’evento Nuova Architettura. L’incapacità dei progettisti italiani ad un aggiornamento sarebbe testimoniata dalla presenza diffusa nel nostro paese dell’architettura straniera: Rem Koolhaas per i mercati generali a Roma, Libeskind, Isozaki e Hadid per il polo fieristico a Milano, Calatrava per il nuovo ponte sul Canal Grande. Fatta eccezione per grandi gruppi quali quelli rappresentati da Renzo Piano o Massimiliano Fuksas, gli architetti italiani sono – secondo Barzon – ancora alla ricerca di un’identità di recupero che non consente loro di abbracciare un approccio più innovativo.
Nuova Architettura è stata per trecento studi di progettazione under 36 un’occasione per presentare la propria produzione e prender parte alle tavole rotonde ed al simposio moderato dallo storico italiano di architettura contemporanea Antonino Saggio.
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