A cura di Giovanna Castiglioni e Marco Marzini
Progettazione grafica e allestimento di Marco Marzini
Coordinamento: Fondazione Achille Castiglioni
con la partecipazione stra-ordinaria di: Carlo Stanga e le sue illustrazioni
prestiti: Carlo e Giovanna Castiglioni,Davide Cossu, Marco Marzini
In Fondazione Achille Castiglioni si cambia mostra ogni anno, un’ottima scusa per andare in archivio a cercare argomenti e progetti tutte le volte diversi, ma anche per non ripetersi durante le visite guidate. Ogni anno una sfida che affrontiamo con piacere nella ricerca di argomenti diversi. Dopo aver esposto e riproposto alcuni allestimenti storici dei Castiglioni: aver raccontato il 1962 con tutti i 17 progetti elaborati in quell’anno straordinario, aver sperimentato sui gesti e le prese degli oggetti, e aver ricostruito una parte della birreria Splugen Bräu, oggi abbiamo deciso di raccontare una storia veramente inedita e privata. Abbiamo pensato di scavare non solo in archivio, ma anche in Casa Castiglioni, per far emergere ancor di più l’aspetto che molti riconoscono in Achille: la giocosità! Achille diceva infatti “Non prendiamoci troppo sul serio… ” Chi ha conosciuto Achille sa bene che la prima caratteristica, che saltava all’occhio, era la sua modalità sorridente e ironica di affrontare la vita quotidiana. In Fondazione Achille Castiglioni si cerca da vent’anni di conservare, proteggere e restituire al pubblico, mai in modo commemorativo, tematiche diverse intorno alla progettazione seria e rigorosa dei Castiglioni. Da un’idea di Giovanna Castiglioni, figlia più piccola di Achille, scaturisce la voglia di mettere in mostra i giochi di quando era piccola, perché le domande più ricorrenti durante le visite guidate sono: ”ma Achille quanto ha giocato con te? E quali erano i giochi che usavate? Achille ha mai progettato un gioco?” . Rispondiamo subito a quest’ultima domanda: No! Ma ha raccolto e conservato sia in Studio che a casa tantissimi giochi, sia per piacere personale che per prendere ispirazione, ma anche per giocare coi figli e gli amici. Carlo, il figlio più grande di Achille, porterà in questa mostra una raccolta di trottole. Vi chiederete perché le trottole? L’incipit è stato dato da Achille che, nel raccogliere i moltissimi giochi che fanno parte della sua raccolta di oggetti “anonimi” , ha trovato anche molte trottole, alcune delle quali regalate poi al figlio. Carlo ha continuato a cercarle arricchendo la raccolta, spinto dalla curiosità che questo gioco, che si perde nella notte dei tempi, stimola in tutti coloro che cercano di usarlo. Achille amava i giochi semplici e la trottola ha in sé due anime, la semplicità, tutti sanno far roteare una trottola, ma anche la complessità: il lancio di una trottola necessita di un lungo allenamento se si vuole gareggiare con altri.
La trottola sembra solo un gioco per bambini, ma per essere realizzato necessita di una tecnica che richiede strumenti adeguati e grande precisione costruttiva. Questa contraddizione continua, ancora oggi, con la produzione di trottole sempre più sofisticate per forme e materiali, trasformando così il gioco sempre più e solo per adulti che certamente si sentono ancora bambini. Ancora una volta, il progettista Marco Marzini realizza all’interno della Fondazione Achille Castiglioni un allestimento dinamico con il piacere di esporre materiali inediti, a volte fragili, introvabili, talvolta comuni alle infanzie degli altri e sarà un vero piacere trovare il modo, in taluni casi, di far provare i giochi ai visitatori. Marco e Giovanna si sono interrogati molto sulla resa di una mostra che all’apparenza sembra “sul gioco” , ma, vedrete, non lo è. Vi invitiamo così a vivere questa esperienza ludica e seria allo stesso tempo seguendo una visita guidata in Fondazione Achille Castiglioni in Piazza Castello 27 a Milano. In mostra troverete argomenti diversi per ogni stanza: nella sala delle riunioni vedrete i “compagni di gioco di Achille” (tra cui Munari, Mari, Aoi e Max Huber e non solo), nella sala dello specchio finalmente e per la prima volta, sarà possibile “rovistare” nelle vetrinette “Wunderkammer” per esplorare quanto raccolto da Achille o ricevuto durante la sua vita professionale. Nella stanza dei tecnigrafi sarà possibile scoprire i giochi dei figli Carlo e Giovanna, è lei che oggi continua la sua ricerca tra oggetti anonimi e giochi interessanti, per proseguire nella modalità di racconto a lei più congeniale…a sua volta, senza prendersi troppo sul serio. Oggi, durante le visite guidate e le conferenze in giro per il mondo, usa spesso i giochi per l’intelligenza intrinseca che trasmettono e per provare a suggerire un altro modo di progettare alla Castiglioni: “mettilo lì, che poi matura” e il gioco continua! Giovanna ama solleticare la gente facendo fare “ginnastica mentale” tanto che nella stanza dei prototipi, da cui di solito si comincia con il racconto sulla progettazione, verranno presentati i progetti “giocosi” dei Castiglioni esponendo sia alcuni accenni agli allestimenti sia gli spunti-gioco da cui Achille ha preso ispirazione per progettare oggetti di Industrial Design. Preparatevi alla domanda: “che cos’è e a cosa serve?” e non abbiate paura di sbagliare, in Fondazione Achille Castiglioni ogni risposta è giusta e potrebbe essere un progetto, basta solo cambiare sguardo e far proprio lo sguardo Bambino che tutti noi abbiamo, stimolando stupore e meraviglia! In fondo “progettare è un gioco serio!” . Vedrete un Achille Castiglioni ancora più vivace, scherzoso, frizzante, quasi come fosse ancora nelle stanze della Fondazione, a lanciare monetine sul soffitto o come fosse uscito un attimo prima per preparare l’Ufo Solar, pronto a lanciare, durante una scampagnata insieme ad amici, una mongolfiera! All’ingresso della Fondazione verrete inoltre accolti dalle illustrazioni dell’architetto Carlo Stanga, disposte come le quinte di un teatro di marionette e riconoscerete personaggi che sembra vi salutino curiosi. Carlo Stanga ha accettato di partecipare alla mostra mettendosi in gioco, in un dialogo tanto serio quanto scherzoso con Giovanna e Marco. E adesso la parola passa a Marco Marzini: “Questa mostra di ricerca ha avuto bisogno di costruire degli insiemi, delle macro categorie, dei confini e delle sfumature che rimangono estremamente permeabili e sovrapponibili. Il concetto di GIOCO è instabile e risiede principalmente nel modo di interpretare la realtà oggettuale e culturale di ogni singolo individuo, tanto che senza troppa fantasia anche un sasso e una palla di neve diventano giochi. L’allestimento è progettato in maniera da ottenere la maggior superficie espositiva possibile e la sfida è rendere la maggior parte dei giochi azionabili. Grandi pannelli di faesite bianca forata costituiscono un grande emporio ambulante, una macchina, un gigante gioco vissuto a tutto tondo dai visitatori, un caravanserraglio traboccante di vibranti giochi curiosi. ” Tra il 2025 e il 2026 si svolgeranno in Fondazione Achille Castiglioni laboratori e conferenze di approfondimento con alcuni progettisti che riguardino i giochi o la costruzione di essi. Si potrà partecipare a workshop e/o a corsi a tema. Si potranno inoltre attivare collaborazioni con altri musei per organizzare workshop tenuti da Giovanna Castiglioni presso enti esterni che vogliano esplorare tematiche legate al gioco che si trasforma in progetto.