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MOSTRA |
VARIE
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Andrea Cangemi - dipinti - incisioni |
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Mostra personale dell’artista Andrea Cangemi, presentata da Fabio Ciceroni |
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MANTOVA, dal 25/09/2010 al 07/10/2010
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Dal suo profondo laboratorio Andrea Cangemi continua senza posa ad estrarre i suoi lèmuri, i suoi feticci, i suoi sogni. Dal magma di quell’antro onorico talvolta anche a lui segreto, motore primo delle sue inquietudini, séguita ancora e ancora a sprigionarsi con la forza di una necessità lucidamente febbrile un universo di ritrovati segni che appaghino almeno per un poco l’urgenza di sogni e di simboli. E la loro insistenza a provocare il tentativo di decifrarli.
Se si può confermare quella felice intuizione iniziale che vedrebbe Cangemi come condannato alla perfezione formale, non v’è dubbio che una tale perfezione - quel suo dominio impressionante del disegno sullo spazio, quella sua raffinata adusata vocazione a concatenarli ai colori - vada intesa come ricerca di una certezza, nel caos del tempo contro l’assedio dei giorni, che consenta finalmente di illuminare di luce imprevista lo sfondo oscuro dell’esistenza.
Sicurezza del segno che sconfigga l’insicurezza dell’uomo. Contemporaneo.
Non può esservi uomo del nostro tempo che, nel proprio riposto segreto, non avverta l’assillo della morte identificata con un non esorcizzabile potere distruttivo, e che non studi qualcosa di ineffabilmente imprevedibile per liberarsi da quell’assillo. Allora ogni viltà ed ogni reticenza diventano un grave peccato di omissione per l’artista impegnato in quell’unica vera guerra che per lui valga combattere: contro la menzogna e contro la morte. La sua audacia sta allora nell’accogliere l’imperativo di esprimere, ed esprimere con segni che siano precisi e decisi come fendenti di vita inferti a quell’oscuro potere.
Qui sta la sua unica possibile responsabilità. Se oggi l’abuso delle immagini condanna all’assuefazione tanto che non si riesce più a vedere; così come il troppo parlare obbliga all’assordamento, l’artista onesto (ma può esservi un’arte, se è arte, disonesta?) è tenuto a dire. È obbligato alla certezza del segno che si fa suo unico strumento di salvezza. E nostro.
Anche così ci si può dare spiegazione della verità di cui s’intride tutta l’irrequieta operosità di Cangemi, la sua fabbrile smania di creare all’infinito intorno alla sua essenziale mitografia; così ci si può dar conto della sincerità totale, esasperata e a tratti disperata, della sua arte che non consente a nessuno infingimenti interpretativi.
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ARIANNA SARTORI
ARTE & OBJECT DESIGN
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