Al Vitra Campus nasce uno spazio contemplativo ispirato alla spiritualità indiana
Nel parco pubblico di Weil am Rhein, in Germania, si inaugura il Doshi Retreat, firmato Balkrishna Doshi: un viaggio sensoriale all'insegna del suono e dell'introspezione
Doshi Retreat al Vitra Campus, sala contemplativa - Ph. Marek Iwicki
29/10/2025 - Un nuovo edificio al Vitra Campus di Weil am Rhein, in Germania: si inaugura il Doshi Reatreat, uno spazio contemplativo ispirato alla spiritualità indiana. La nuova architettura progettata dall'architetto Balkrishna Doshi, in stretta collaborazione con sua nipote Khushnu Panthaki Hoof e il designer Sönke Hoof, offre un viaggio sensoriale all'insegna del suono e della serenità.
"Sebbene rimanga un sito industriale - osservail Presidente emerito di Vitra Rolf Fehlbaum - il campus è diventato un parco pubblico che oggi attira 400.000 visitatori ogni anno. Le persone vengono per ammirarne l'architettura, scoprire le mostre e le collezioni del Vitra Design Museum, godersi i giardini, i ristoranti e i negozi. Malgrado l'espansione del campus abbia inizialmente avuto un impatto negativo sull'ambiente naturale, negli ultimi anni l'area è stata ripensata come biosfera, con la piantumazione di giardini e boschi, la creazione di laghetti e la riduzione delle superfici cementate". Ultimo arrivato tra gli edifici destinati alla produzione, musei, icone dell'architettura e fonti di ispirazione per la casa, il Doshi Retreat nasce da un dialogo intimo tra Doshi, sua nipote Khushnu e il marito Sönke Hoof, che, insieme, modellano la forma e i ritmi spaziali in armonia con il paesaggio circostante.
"Ho mostrato a Balkrishna Doshi - ricorda Rolf Fehlbaum, dopo aver visitato il Tempio del Sole di Modhera, in India - la foto di un piccolo santuario che avevo visto lì e gli ho chiesto se fosse disposto a progettare un luogo di contemplazione per il campus".
Il Doshi Retreat è il primo progetto di Balkrishna Doshi realizzato al di fuori dell'India, nonché l'ultimo a cui ha lavorato prima della sua morte, avvenuta nel 2023. Nel 2018 ha ricevuto il Premio Pritzker per l'architettura.
L'architettura del Doshi Retreat al Vitra Campus
"Questa architettura - spiega Khushnu Panthaki Hoof - è nata da un sogno in cui Doshi ha visto due cobra intrecciati. Da questa visione inconscia è emersa una narrazione scritta, seguita da una bozza di concept composta da appunti ed evocazioni. La quale poi si è trasformata in un invito a intraprendere un viaggio di scoperta".
Un percorso tortuoso di pareti sinuose invita all'esplorazione sia fisica che metaforica attraverso curve inaspettate e prospettive mutevoli. Analogamente agli ambienti sensoriali che si trovano nei templi orientali o negli spazi sacri cristiani, il suono svolge un ruolo fondamentale.
Un complesso sistema audio, integrato in nicchie concave nel pavimento, diffonde una sequenza di suoni di gong e flauto di ceramica lungo il percorso. Man mano che si avanza verso la struttura centrale, scendendo sotto il livello del suolo e passando lungo pareti che riverberano i suoni, si avverte un crescente senso di transizione, il suono si disperde sulle pareti metalliche e interagisce con il corpo in movimento.
L'esperienza sensoriale culmina in un breve tunnel ad arco che conduce i visitatori nella sala di contemplazione. Lo spazio organicamente arrotondato contiene un bacino per l'acqua piovana che ne circonda la base, due ampie panche semicircolari in pietra e il gong al centro. In alto, il soffitto racchiude solo parzialmente la sala, creando un'apertura per la luce, l'aria e le precipitazioni. Un mandala in ottone martellato a mano, realizzato in India, adorna il soffitto rifrangendo la luce.
La struttura del Doshi Retreat è realizzata in acciaioXCarb® forgiato e modellato, un materiale innovativo a basse emissioni di carbonio composto in gran parte da rottami di acciaio e prodotto interamente con energia rinnovabile. Generosamente donato da ArcelorMittal, il particolare materiale sviluppa nel tempo una calda patina naturale attraverso una corrosione controllata.
La filosofia e il concept del Doshi Retreat
Doshi e i suoi collaboratori hanno attinto alla filosofia spirituale della Kundalini, un termine sanscrito che significa "avvolto" o "a spirale" e che si riferisce all'energia latente alla base della colonna vertebrale. Nelle tradizioni yogiche e tantriche, il risveglio e l'ascensione di questa energia attraverso i chakra è considerato essenziale per conseguire la trasformazione spirituale.
"È il suono - osserva ​Khushnu Panthaki Hoof - che risuona nel corpo del visitatore, a cancellare il confine tra sé e la struttura. L'edificio riflette il suono verso chi vi passa, trasformando sia il percorso che la sala in strumenti di risonanza".
Al centro dell'esperienza, il suono sacro funge da catalizzatore per espandere la coscienza. Sebbene il Doshi Retreat non abbia una colonna sonora specifica, il paesaggio sonoro asseconda il flusso della sua geometria spaziale.
"Nell'ultimo decennio della sua vita - aggiunge la progettista - Doshi si è allontanato dall'architettura per dedicarsi all'arte. Ma con questo progetto è tornato al tavolo da disegno, prima per scrivere, poi per guidarci nella definizione del design. È stata l'esperienza memorabile di Rolf Fehlbaum e di sua moglie Federica Zanco durante la loro visita a un piccolo tempio indiano vicino al Tempio del Sole a ispirare la genesi del progetto. Poi sono arrivati i sogni e le intenzioni di Doshi: testi, schizzi e una presentazione visiva ricca di concept stratificati e dualismi".
Né Doshi, né Khushnu Panthaki Hoof, né Sönke Hoof hanno mai assegnato un'etichetta formale al Doshi Retreat. Al contrario, è pensato per presentarsi liberamente come uno spazio di solitudine e contemplazione, incoraggiando la percezione di presenze invisibili, un soggiorno che ammette il disorientamento, l'incontro e la ricerca di significato.
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