14/12/2020 - Attenuare l'ombra o schiarire il buio. Questo l'obiettivo di Emanuel Gargano, designer umbro che nella sua prima collezione di oggetti di luce porta la natura e la cultura della sua terra d'origine, Assisi. Dai vecchi casolari della campagna umbra ai ricordi d'infanzia, le lampade della Emanuel Gargano collection nascono come racconto per immagini. Tra queste Vira, selezionata per il premio Compasso D'Oro ADI, e Cado, la lampada da tavolo dall'apparente equilibrio precario.
A ripercorrere il viaggio ispirazionale il libro Murigge, che nel dialetto umbro significa "ombra". Tra sensazioni, luoghi e storia del territorio assisiano.
“Credo che nella storia sia buio, la storia va rischiarita dalla luce baluginante della memoria", scrive Emanuel Gargano nel libro Murigge. "Per farlo ho quindi usato la luce artificiale, soffusa, per rivedermi al passato. Ho trascorso le gioie e i dolori di un tempo prossimo e remoto dove la luce era forse più intensa di adesso, o forse no... Ho acceso un interruttore sulle mie fortunate o disgraziate origini. Non so se ne avessi bisogno io o la mia meravigliosa terra.”Morale prende ispirazione dalla suggestione avuta durante un viaggio nella campagna giapponese. La lampada è realizzata con morali, barre di legno in uso nei cantieri edili per armare le strutture. Luce e materia formano un volume piramidale.
Aura è una corrispondenza di due sottili aureole, una in alto, una in basso, una lampada da sospensione che elimina quasi del tutto l’aspetto materico. Non esiste peso, è una parvenza spirituale, un richiamo evanescente.
Segno grafico che materializzandosi sfida la gravità: Cado è la lampada da tavolo dall’apparente equilibrio precario, la cui struttura in carbonio sembra essere sostenuta dalla stessa luce che emana.
Vira, selezionata per il premio Compasso D’Oro ADI, si snoda come un’articolazione e produce un suggestivo cono di luce. La sua lunghezza è variabile e “virabile” a seconda dell’angolazione.
Una lanterna magica che produce un cono di luce non manifestandone la fonte: Fatua è un cilindro di vetro trasparente che si può mettere ovunque e portare ovunque.
Eremo è una lampada realizzata con legno recuperato da porte di vecchi casolari della campagna umbra. L’intensità luminosa è modulata dal contatto manuale e si distingue per una marcata consistenza materiale, attutita dalla leggerezza della luce che si stampa tenue sulla parete.
Soffio è originale per quanto concerne la forma e soprattutto il materiale: è fatta di tessuto reso solido. Produce una luce soffusa e richiama la visione dei panni stesi ad asciugare al sole come cristallizzati nel tempo.
Sottilissima linea di luce variabile d’intensità: Muta è la lampada da terra dall’aspetto essenziale che evoca vagamente le “ombre della sera” etrusche, una parvenza discreta tra l’essere e il nulla.
Alma è un disco di pietra che crea un’eclissi concentrica sulla parete, modulabile manualmente allontanandola o avvicinandola al muro. Il materiale, la luce primordiale e la forma circolare la ricollegano ad una suggestione mitologica, alla nascita degli astri, alla creazione della materia scaturita dal buio e dal vuoto.
Scuro è una finestra di luce che s’illumina a contatto manuale. L’intensità luminosa viene modulata dalla mano dell’uomo che decide il grado di apertura, come un tempo gli scuri alle finestre.
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