13/02/2019 - Design Language ritorna al nhow Hotel in zona Tortona per la Milano Design Week 2019. Dal 9 al 14 aprile, il progetto esplorerà i linguaggi del design contemporaneo e darà voce all’identità e all’autenticità che è alla base del lavoro di progettisti e brand internazionali.
Per questa terza edizione, i fondatori Cara Judd (Sudafrica), Davide Gramatica (Italia) e David Heldt (Paesi Bassi) puntano tutto sul parlare chiaro: una conversazione sul rapporto fra designer e oggetto, osservatore e osservato, cultura del progetto e contesto sociale.
“Design Language punta al comunicare diversità e autenticità, senza perdere di vista i contesti e le dinamiche in cui gli oggetti sono immersi.” afferma David Heldt, co-fondatore. “Vogliamo ricreare un’esposizione in parte fieristica che abbia come parole chiave qualità, diversità e scambio.” Questa visione che pone l’accento sull’importanza di comunicare e mediare viene arricchita dalla collaborazione con la Civica Scuola per Traduttori e Interpreti ‘Altiero Spinelli’.
Ma che lingua parla il design? Alcuni degli artisti che parteciperanno all’evento hanno cercato di spiegare come sono stati affrontati e sfruttati gli elementi di identità, cultura e messaggio.
Kazuhiro Inomata, designer presso l’azienda giapponese K-INO, spiega come il progetto dei suoi divisori mantenga i motivi tradizionali dell’arte del kumiko, cercando comunque un’appartenenza e una sintonia con gli altri elementi dello spazio.
Cara e Davide, co-fondatori di Design Language, affermano che alla base della ricerca del punto d’incontro fra le due culture, italiana e sudafricana, non può che esserci il dialogo e che il risultato finale di questo processo non riflette uno stile definito, bensì una sfumatura di esso.
L’architetto e designer portoghese Vasco Lima Mayer pone l’accento sull’importanza dello studio del contesto e della sua eredità: “l’innovazione è eredità e trasformazione, dunque nulla può essere considerato completamente nuovo”.
Jacco Bregonje, dopo che l’uragano Irma ha devastato l’isola olandese caraibica di Sint Maarten, ha dato vita al progetto Flight to Insight, incentrato su soluzioni sostenibili dal punto di vista di materiali, produzione, logistica e smaltimento pensati per le scuole di regioni colpite da disastri naturali.
Mihou Takuwa, designer presso la Kojima Orimono afferma: “crediamo che tradizionale e moderno, artigianale e meccanizzato possano coesistere in armonia. Dalla tessitura all’imballaggio, il nostro obiettivo è un processo che raggiunga il suo massimo potenziale di qualità, originalità ed efficienza”.
In mostra anche i nuovi prodotti della collezione “Allusion” di Francesco Meda, le opere di Daisuke Kamimura per il produttore giapponese Gifuted, i disegni dello studio Katenngecchi, la serie di vasi di Eva Levin per Scandinavia Form, omaggio alle piante come materiale di lavoro, ed infine la nuova collezione di Elia Mangia e Maria Mendez per l’etichetta STIP.
Outspoken Design Language
nhow Hotel, Via Tortona 35, Milano 20144
Esposizione: martedì 9 aprile - domenica 14 aprile 2019
Mixing the Dots Opening Cocktail: lunedì 8 aprile
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