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Archivio Dondup: il progetto 'sartoriale' di Fortebis Group
Un vecchio magazzino trasformato nella seconda casa della maison
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01/12/2016 - Si chiama Archivio Dondup e Fortebis Group, autore del progetto, lo definisce il punto zero della nuova immagine architettonica del marchio che si implementerà in tutti i negozi monomarca nel Mondo. Non è pensato per essere solo un negozio, ma una seconda casa Dondup, un luogo in cui si ritrova la magia della storia del brand e come tutte le corporate identity è la traduzione in architettura del mondo e dei 'valori' della Maison.

“La richiesta era quella di definire uno spazio versatile e flessibile dove fosse possibile allestire oltre allo showroom anche gli eventi e le sfilate in un’atmosfera accogliente, coinvolgente e allo stesso tempo rock'n'roll e chic” spiegano i progettisti.

"La sfida era quella di trasferire nell’architettura la filosofia del marchio in tutte le sue forme, far vivere molteplici esperienze, sperimentando meccanismi innovativi legati al mondo del retail, ma allo stesso tempo facendo sentire il Cliente completamente a proprio agio, come “a casa”, pur trovandosi in un contesto industriale.

Lo spazio era infatti un vecchio magazzino di 400 mq e l’investimento richiesto per l’intera ristrutturazione, incluso il rifacimento degli impianti, è stato di 1000€/mq.

Il design è stato sviluppato in team con il brand ed è semplice ed essenziale.
Il legno nei colori naturali insieme al cemento piombato, le finiture degli arredi in ferro naturale e sono i materiali predominanti; sedute, arredi e complementi, objet trouvé rivisitati, diversi gli uni dagli altri e ornati con tessuti e toni caldi, dialogano con i sistemi espositivi tecnologici e dal mood industriale.

Il contenitore architettonico di partenza è stato rigorosamente conservato; pavimenti, pareti esistenti in blocchetti e soffitti industriali rimangono integri nella loro veridicità. I colori chiari, la finitura spatolata delle pareti, le americane color champagne insieme alle carrucole in acciaio e ferro, conferiscono all'architettura un senso al tempo stesso di calore e di forza. La luce e l’architettura sono nate come sempre nello stesso istante, integrandosi completamente in ogni dettaglio, per gradi, dall’esterno verso l’interno in un crescendo.

La facciata è caratterizzata da un outline luminoso che mette in evidenza in modo sottile il perimetro dell’intervento, definendolo e separandolo visivamente dal contesto. Dato che il fronte esterno era in questo caso completamente chiuso, con un solo un punto d’ingresso alto 5 metri,  la scelta è stata quella rendere questo taglio completamente vetrato, con un portone a tutta altezza dando così forza e luce all’ingresso. La parte chiusa del fronte è schermata da una controfacciata realizzata in tessuto tecnico, lavorato con sottili disegni.

Anche i lucernari presenti nel celino sono stati recuperati ed integrati nel progetto, così da avere delle lame di luce naturale che di giorno conferiscono allo spazio un senso di benessere quasi ascetico.
L
o spazio interno principale è stato suddiviso in 3 campate che hanno come punto focale un grande cancello bianco che, oltre ad essere la separazione tra lo spazio donna e quello uomo, è anche l’ingresso ad un palco “rock”, il cui fondale diviene una parete ricoperta da proiezioni. Con un’altezza complessiva di 5 metri e la richiesta di flessibilità e leggerezza hanno portato all’idea di utilizzare delle carrucole per l’esposizione dei capi così da consentire di smontare e rimontare tutto in poche ore, aggiungendo le americane per l‘ancoraggio dei vari elementi scenici. I piani espositivi sono realizzati il polistirolo resinato con barre di irrigidimento integrate. Grazie a questa innovativa soluzione tecnica è stato possibile sviluppare elementi leggeri, economici ma al contempo resistenti, con una luce libera di tre metri, senza supporti intermedi. 
In questo caso quindi l’esposizione dei capi è affidata tutta ad elementi leggeri la cui illuminazione è data da faretti bianchi che si perdono alla vista, catturata invece da lampadari scenografici dal gusto vagamente gotico e romantico per rispecchiare l‘anima del Brand, mentre linee luminose creano tagli nelle pareti e nel celino in cui si nascondono tutti gli elementi tecnici. Anche il flusso dell’acqua nel grande blocco di pietra nell’antibagno è regolato dalla luce. Ogni dettaglio è stato curato in modo sartoriale.

Tutto questo si è ottenuto attraverso vari elementi di luce, da quella d’insieme a quella che crea l’enfasi sul prodotto, dall’uso del colore della luce e dell’intensità luminosa, tutto pensato perché architettura e luce siano a totale servizio del Cliente, vero protagonista dello spazio".


  Scheda progetto: ARCHIVIO DONDUP
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