22/02/2021 - Nell’Antropocene, come si evolve il rapporto corpo-paesaggio? Intendendo per corpo la presenza attiva che è soggetto imprescindibile di un mondo che si trasforma e si rivela grazie alla nostra fisicità. E intendendo per paesaggio, ogni ambiente e ogni luogo, fino alle pareti della stessa casa, che sono spesso il nostro attuale, prevalente orizzonte. Riflettendo su quei micromondi che sono i giardini «ibridi, frullati, chimere e deserti» oppure passando attraverso certi cimiteri di guerra, dove riposano «comunità il cui destino è di fecondare Madre Terra», come scrisse Ernst Jünger, che sono ciò che resta della “foresta che cammina” richiamata da Elias Canetti. Andando oltre, per misurarsi con la lettura del rapporto uomo-paesaggio che sanno offrire l’arte e gli artisti.
Temi intensi e di grande attualità, quelli che la Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso di sviluppare nella diciassettesima edizione delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio, progettate dal Comitato scientifico, con il coordinamento di Luigi Latini e Simonetta Zanon, e in programma, in versione online, sulla piattaforma Zoom, con traduzione simultanea in italiano e inglese, nei pomeriggi di giovedì 25 e venerdì 26 febbraio, a partire dalle ore 17. Le giornate, che vedranno la partecipazione di importanti esperti di discipline diverse, avranno una coda con altri appuntamenti nei mesi successivi, perpetuando la riflessione sul tema del paesaggio, nelle sue diverse declinazioni, come una delle costanti dell’attività di ricerca e divulgazione della Fondazione Benetton studi Ricerche.
Le quattro giornate si articolano in sessioni, secondo uno schema che non vuole separare ambiti e contesti che per loro natura vivono intrecciati, ma che si propone di evocare, per parole chiave, alcune direzioni possibili da esplorare attraverso quelle che sembrano anche coordinate imprescindibili attorno alle quali si organizza la nostra presenza nei luoghi.
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