19/01/2018 - La mostra Oscar Niemeyer. Memoriali, progetto realizzato presso la Galleria Candido Portinari-Palazzo Pamphilj-Ambasciata del Brasile dal 06/12/2017 al 06/01/2018, viene ora riproposta e promossa dal Comitato tecnico scientifico della Casa dell’Architettura, dal 22 gennaio al 2 febbraio 2018 presso la sede della Casa (Piazza Manfredo Fanti 47, Roma). La mostra, un omaggio all’architetto brasiliano scomparso nel 2012 espone la parte meno nota della sua produzione, ma non per questo meno importante.
Si tratta di una selezione, suggerita da Niemeyer stesso durante l’intervista che la curatrice Nicoletta Trasi gli fece nel 2005, che comprende alcuni memoriali e monumenti progettati dagli anni Settanta agli anni Duemila. Queste opere, realizzate “per non dimenticare”, sono monumenti in memoria di personalità particolarmente importanti per l’evoluzione democratica del Brasile oppure memoriali in ricordo di eventi tragici legati alla repressione durante la dittatura militare.
I nove progetti, posti in sequenza cronologica, sono rappresentati da fotografie in bianco e nero del brasiliano Leonardo Finotti, in parte fatte ad hoc per questa mostra e da schizzi inediti provenienti dall’archivio della Fondazione Oscar Niemeyer. La fotografia delle sculture sulla spiaggia del Leme, a Rio de Janeiro, fu scattata da Kadu Niemeyer il giorno prima dell’improvviso ed imprevisto smantellamento del complesso scultoreo.
L’esposizione ospita anche il film Oscar Niemeyer, an architect committed to this century che mette ben in evidenza come l’artista abbia sempre creduto nell’ideale socialista ed abbia sempre combattuto per i suoi ideali.
Niemeyer, nel corso dell’intervista, dichiarò a proposito della sua professione: “Ho sempre considerato la mia opera d’architetto come secondaria rispetto a qualcosa di molto più importante: la fine delle ingiustizie. Alla mia età ne sono ancora più convinto […]. Se prendiamo i memoriali che ho realizzato, la maggior parte di essi ha un senso politico che mi è molto caro […]. Questi monumenti sono le opere di protesta tra le più importanti, che rivelano la mia posizione di semplice architetto”.
|