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Verduno: il progetto per le camere del cordoglio nel nuovo ospedale
Vince il concorso Gabriele Pitacco
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05/08/2010 – Si è concluso con la vittoria del gruppo guidato dall’arch. Gabriele Pitacco (Trieste) e composto dal collega Giovanni Damiani, dall’ing. Marco Gnesda e dall’artista Robin Soave, il concorso per di idee per l’umanizzazione e la bellezza delle camere del cordoglio e del commiato del nuovo ospedale dell’ASL CN2 Alba Bra nel Comune di Verduno.
 
Fine della competizione è stata l’individuazione di proposte per realizzare le funzioni legate al distacco dei familiari dai defunti e permettere il processo di elaborazione del lutto in un ambiente consono,  nel rispetto di ogni forma di convinzione morale e religiosa.
 
“Il percorso dei parenti inizia all'esterno. Dai parcheggi posti sulla strada, dinnanzi all'ingresso, una scalinata della stessa pietra delle rocce che affiorano in loco, sale dolcemente e gradualmente li avvicina all'ingresso. La volumetria del complesso ospedaliero permette un percorso al riparo dagli agenti atmosferici ed alo stesso tempo a contatto con la luce solare. La scalinata si affaccia verso la vallata del Tanaro ed è tagliata dalla rampa per i diversamente abili che attraversa i parcheggi e porta direttamente alle porte d'ingresso, affiancata da essenze vegetali – spiegano dal team vincitore.
 
All'interno di un dialogo tra il contesto ed il nuovo complesso ospedaliero il  prospetto nord, trasparente ma schermato da sottili elementi in legno, crea un continuum tra interno ed esterno dissolvendo l'effetto soglia. Gli elementi lignei garantiscono la protezione visuale dall'esterno permettendo allo stesso tempo una vista aperta sul contesto. Questa soluzione permette la creazione di spazi interni con caratteristiche semi-esterne. Il tema figurativo della pioggia/lacrime contribuisce alla riconoscibilità degli spazi e ricorre in diverse declinazioni nella trattazione di tutti i prospetti.
 
Il materiale utilizzato per le finiture dei prospetti, oltre al vetro ed il legno è un intonaco molto “ruvido”  dove la scelta di inerti con granulometria elevata permette una relazione tattile oltre che visuale in cui vengono tagliati di netto sottili lame di luce che proiettano sulla pavimentazione il tema della facciata. La presenza di queste ombre aumenta la continuità e permette alo stesso tempo di percepire i cambiamenti climatici senza che questi possano disturbare chi è già all'interno.
 
Il prospetto nord alterna la superficie semi trasparente dell'accoglienza parenti ad una maggiormente opaca che diviene basamento per l'opera d'arte. L'opera d'arte diviene, in questo modo, elemento facilmente identificabile e, grazie alle sue caratteristiche plastiche e simboliche, strumento di comunicazione delle funzioni presenti.
 
Entrati all'interno, gli spazi per l'accoglienza dei parenti e l'ufficio/triage divengono filtro tra interno ed esterno, aree buffer, di resilienza che rendono graduale il passaggio tra il fuori della meteorologia, del caldo ed il dentro indifferente e sempre costante, in un percorso per piccoli passi che parte dagli spazi esterni e si sviluppa fino all'atrio partenze cortei funebri, uno spazio semi-interno che contribuisce alla interiorizzazione del lutto per mezzo della relazione visuale con l’esterno”.

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