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22/10/2007 - È stato inaugurato a giugno scorso in Francia il nuovo teatro lirico di Aix-en-Provence. Il progetto è opera dello studio Gregotti Associati, vincitore nel 2003 del concorso internazionale a inviti promosso nell’ambito dell’intervento di sistemazione urbana messo a punto dal catalano Oriol Bohigas.
“Si tratta – spiegano dallo studio Gregotti - di un vasto spazio caratterizzato da una forte differenza di quota, conseguenza della copertura della ferrovia che passa a lato, dall’ampia sistemazione a verde inclinato sul lato opposto, dalla rotonda automobilistica (ingresso importante alla città) e dalla presenza di nuovi edifici fra loro assai distanti. Un grande vuoto quindi con un carattere di paesaggio vasto e artificializzato, non risolvibile a nostro avviso con la presenza di un ulteriore elemento architettonico isolato”.
Di qui la scelta di trasformare il complesso del teatro in una sistemazione del terreno con una percorribilità totale delle coperture dei volumi sovrapposti, in modo da creare una serie di luoghi pubblici urbani a diversi livelli, teatralmente abitabili e diversificati.
“L’insieme dei volumi utilizza la differenza di quota tra il piano della rotonda, quello della copertura ferroviaria e quello del punto di convergenza del viale pedonale che conduce verso la place De Gaulle ed il cours Mirabeau e più da lontano guarda alla figura del Mont St Victoire, celebre soggetto cezanniano, di cui le masse del nuovo teatro diventano una sorta di metafora urbana”.
Un principio paesaggistico sottolineato dall’unità del materiale di rivestimento in pietra dal suo trattamento superficiale a forte spacco con diversi orientamenti dei rivestimenti. Evidente allegoria, spiegano gli autori del progetto, degli strati geologici di una grande massa, coronata dagli alberi sulla terrazza più alta che ne sottolineano l’abitabilità.
La torsione dei volumi curvi cerca il raccordo con la complessità dell’impianto viario e nello stesso tempo sottolinea l’eccezionalità dell’attrezzatura pubblica e della sua connessione con la città.
Protetto dal rumore e dal vento con la possibilità di chiusura mediante grandi porte metalliche dei vani di accesso, uno spazio di 700 metri quadrati si propone come un secondo teatro all’aperto, che un sistema di tende in teflon consente inoltre di coprire temporaneamente.
“Senso di appartenenza e capacità di accoglienza della comunità degli spettatori devono mescolarsi. Così crediamo sia importante l’unità del materiale ligneo interno che abbiamo proposto, l’abitabilità delle pareti come con una serie di strette gallerie, la curvatura continua dello spazio interno; nel rispetto della buona visibilità e della concentrazione nell’ascolto”.
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