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24/06/2025 - Concepito come molto più di un’infrastruttura di transito, il nuovo Western Sydney International Airport ridefinisce il ruolo dell’architettura aeroportuale nel contesto australiano. Il terminal, nato da un concept condiviso tra Zaha Hadid Architects e COX Architecture, sviluppato e costruito da Woods Bagot con il contractor Multiplex, rompe con l’estetica funzionalista dei grandi scali internazionali per restituire centralità all’esperienza umana, al paesaggio e all’identità del luogo.
Elemento cardine del progetto è il soffitto ligneo scultoreo che domina lo spazio passeggeri: una superficie fluida, attraversata da tagli di luce naturale che si ispirano al modo in cui il sole filtra attraverso le cortecce degli eucalipti del Cumberland Plain. È un gesto architettonico che evoca continuità con il paesaggio australiano e trasforma l’interno del terminal in un ambiente atmosferico, quasi meditativo.
“È un’opportunità rara per definire la nuova generazione di aeroporti a livello globale,” spiega Cristiano Ceccato, Director di Zaha Hadid Architects. “Abbiamo voluto combinare un design a scala umana con ambizioni internazionali. Il risultato è un terminal radicato nel suo contesto e al tempo stesso altamente competitivo.”
Pensato per diventare il secondo aeroporto di Sydney, il WSI è anche il primo grande scalo costruito in Australia in oltre cinquant’anni. Oltre a decongestionare il traffico aereo della metropoli, è un catalizzatore urbano e sociale, progettato per accogliere le evoluzioni della mobilità e della tecnologia del volo nei prossimi decenni. Il layout modulare consente infatti una crescita per fasi, garantendo flessibilità e continuità operativa.
Dal punto di vista ambientale, il progetto ha ottenuto una certificazione Green Star 5 stelle, grazie a soluzioni passive per la ventilazione naturale, il riciclo dell’acqua e l’efficienza energetica. Ogni scelta progettuale riflette un’attenzione alla sostenibilità e all’impatto sul lungo termine.
Ma è soprattutto l’approccio culturale e territoriale a rendere il terminal un unicum: il team di progetto ha collaborato con i Custodi Dharug e con il consulente First Nations Murrawin per integrare riferimenti visivi e narrativi alla storia e all’identità aborigena del sito.
“Volevamo creare un aeroporto che appartenesse a questo luogo, non solo nel senso fisico ma anche spirituale,” afferma David Holm, Principal di COX Architecture. “La luce australiana è un elemento identitario e il nostro obiettivo era restituirne l’essenza: non solo per illuminare, ma per orientare, accogliere e connettere.”
L’architettura accompagna e guida i passeggeri attraverso spazi concepiti per essere intuitivi, inclusivi ed emozionali. Le transizioni tra interno ed esterno sono fluide, le visuali sono aperte, i materiali—dal legno alle finiture calde—sono scelti per generare comfort e appartenenza.
“Il nostro obiettivo era creare un luogo che fosse allo stesso tempo gateway internazionale e spazio pubblico locale,” aggiunge Neil Hill, Principal di Woods Bagot. “Un’esperienza che parli della Western Sydney e della sua pluralità culturale.”
Più che un’infrastruttura, il nuovo Western Sydney Airport è una dichiarazione architettonica: un aeroporto che accoglie, racconta e rappresenta, pensato per chi parte ma anche per chi arriva. Un progetto destinato a ridefinire il ruolo dell’architettura nei grandi spazi della mobilità globale.
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