Dina Mattar, The Peace, opera rimasta sotto le macerie di Gaza durante i bombardamenti del 2023
03/11/2025 - Dall’8 novembre 2025 al 22 febbraio 2026 il Museo di Santa Giulia a Brescia ospita Material for an Exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo, una mostra che riunisce le opere di artisti provenienti da territori segnati da conflitti e migrazioni.
Curata da Sara Alberani e promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, l’esposizione è tra gli appuntamenti più attesi dell’ottava edizione del Festival della Pace.
Il progetto nasce dall’idea di restituire nuova vita a Eltiqa Group for Contemporary Art, storico spazio artistico di Gaza distrutto nel 2023, accogliendo alcune opere sopravvissute ai bombardamenti. A partecipare a questa ideale ricostituzione sono i co-fondatori del collettivo, Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, insieme all’artista libanese Haig Aivazian e alla palestinese Emily Jacir, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2007.
Il titolo della mostra, che omaggia l’opera Material for a Film di Emily Jacir, richiama la pluralità di linguaggi espressivi – installazioni, video, fotografia, pittura e disegno – ma anche le condizioni materiali in cui molti artisti operano, spesso segnate dalla perdita di archivi, opere e luoghi della memoria.
L’esposizione intende superare la dicotomia vittimismo/criminalizzazione nel racconto della Palestina e del Mediterraneo, sottolineando il valore dell’arte come mezzo per costruire legami di solidarietà e immaginare alternative ai conflitti.
Il percorso espositivo si apre con i dipinti e i disegni di Al-Hawajri e Mattar, co-fondatori di Eltiqa, che raccontano la quotidianità e la resilienza di Gaza attraverso immagini intime e poetiche.
Al-Hawajri intreccia memoria storica e vita quotidiana, trasformando il dolore dell’occupazione in narrazioni simboliche e ironiche, mentre Mattar utilizza la pittura come strumento di gioia e resistenza, popolando le sue tele di figure femminili e scene domestiche dai colori vividi.
Segue il lavoro di Haig Aivazian, artista libanese la cui ricerca esplora le strutture del potere e i meccanismi di controllo nelle società contemporanee. Tra le opere in mostra, All of the Lights (2021), un’installazione video immersiva sull’uso della luce come strumento di sorveglianza, e 1440 Couchers de Soleil par 24 Heures (2017/2021), che riproduce le mappe di calore del movimento umano attraverso un disegno luminoso sulle pareti del museo.
Chiude il percorso Emily Jacir, tra le voci più autorevoli dell’arte contemporanea palestinese, con opere che intrecciano memoria, esilio e appartenenza.
Tra queste, Material for a Film (2005–in corso), un’installazione composta da mille libri bianchi colpiti da proiettili, simbolo della violenza contro la cultura e la memoria, e Memorial to 418 Palestinian Villages (2021), grande tenda ricamata che restituisce vita ai villaggi palestinesi distrutti nel 1948.
In mostra anche We Ate the Wind (2023), esposta per la prima volta in Italia, che mette in dialogo le storie di migrazione dal Sud Italia e dalla Palestina, legate da una comune cultura mediterranea.
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