Cai Guo-Qiang, The Last Carnival, 2025. Realized at the Centre Pompidou, Paris. Photo by Mengjia Zhao, courtesy Cai Studio.
24/10/2025 - Il Centre Pompidou di Parigi ha chiuso ufficialmente le sue porte per cinque anni, ma ha scelto di farlo in modo spettacolare.
L’artista cinese Cai Guo-Qiang ha salutato il celebre edificio con Le Dernier Carnaval, un murale pirotecnico tracciato sulla facciata del museo: un’esplosione di luce, fuoco e colore che unisce tradizione, tecnologia e una riflessione sul futuro dell'arte.
Il 22 settembre 2025 ha segnato l’inizio del grande cantiere di ristrutturazione dell’edificio progettato da Renzo Piano e Richard Rogers e inaugurato nel 1977. Con i suoi nove livelli e 120.000 metri quadrati, il Pompidou ospita una delle collezioni di arte moderna e contemporanea più importanti al mondo, insieme al MoMA di New York. Durante i lavori, le collezioni permanenti saranno trasferite in sedi temporanee in Francia e all’estero, mentre la Bibliothèque publique d’information (BPI) troverà posto in nuovi spazi provvisori.
L’ultimo spettacolo: fuoco, intelligenza artificiale e memoria collettiva
L’installazione pirotecnica, realizzata in pieno giorno, è stata concepita da Cai Guo-Qiang in collaborazione con il suo modello di intelligenza artificiale cAI™, sviluppato appositamente per esplorare i confini tra creatività umana e artificiale. Le Dernier Carnaval si è articolato in tre atti — Il banchetto, Il risveglio dell’intelligenza artificiale e L’ultimo carnevale — raccontando il passato, il presente e il futuro del museo attraverso il linguaggio universale del fuoco.
Il curatore Jérôme Neutres ha spiegato: “Per la prima volta nella sua storia, la facciata iconica del Centre Pompidou si è trasformata in una tela monumentale. Cai Guo-Qiang vi ha dipinto la sua ultima opera di fuoco e luce — probabilmente la più intima e complessa della sua carriera.”
L’opera, prodotta in collaborazione con Groupe F, storico collettivo francese di arte pirotecnica, è una riflessione poetica sul dialogo tra uomo e macchina, tra controllo e caos, distruzione e rinascita. La polvere da sparo, antica invenzione cinese e materia simbolo dell’artista, diventa qui strumento di meditazione sull’evoluzione del gesto creativo nell’era digitale.
Un addio festoso prima della rinascita nel 2030
In vista della chiusura, il Centre Pompidou ha organizzato Because Beaubourg, un weekend di eventi gratuiti (24–25 ottobre) che celebra la storia e lo spirito del museo, con performance, incontri e laboratori aperti al pubblico. È un ultimo saluto prima che la “macchina architettonica” di Piano e Rogers si spenga — solo per riaccendersi, nel 2030, più sostenibile e aperta che mai.
Il progetto 2030: un Pompidou più verde, inclusivo e connesso
Il vasto intervento di ristrutturazione, affidato agli studi Moreau Kusunoki, Frida Escobedo e AIA Life Designers, punta a preservare l’identità architettonica del Pompidou — con le sue iconiche tubature colorate e le strutture a vista — rendendolo al tempo stesso più efficiente dal punto di vista energetico, accessibile e accogliente.
Il restauro prevede un rinnovamento completo degli impianti tecnici e della struttura metallica; la creazione di nuovi spazi pubblici e aree di incontro per i giovani e le famiglie; una migliore connessione tra le diverse sezioni del complesso, dalla biblioteca al museo, fino ai laboratori di ricerca e alle residenze d’artista.
Come spiegano gli architetti Moreau e Kusunoki, “il nuovo Pompidou sarà un luogo di vita più che un semplice museo, dove la cultura diventa esperienza condivisa e partecipativa”.
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