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Moyseion: a Matera un 'museo abitato' che riscrive l’ospitalità nei Sassi
Tra ritualità, design immersivo e memoria rupestre, un nuovo modello di ospitalità culturale
Autore: cecilia di marzo
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MOYSEION: A MATERA UN 'MUSEO ABITATO' CHE RISCRIVE L’OSPITALITÀ NEI SASSI
10/09/2025 - Inaugurato a novembre 2024 nel cuore dei Sassi di Matera, Moyseion è molto più di un hotel: è un "museo abitato" che fonde ospitalità, esperienza simbolica e memoria archetipica.

Il progetto nasce da una visione radicale: superare la narrazione stereotipata della civiltà contadina lucana per proporre un nuovo modello di fruizione culturale, dove il patrimonio non si conserva, ma si attiva.

Abitare il mito: camere come microarchitetture narrative
Ricavate nella calcarenite delle grotte lucane, le 16 "abitazioni" del Moyseion sono suddivise in tre categorie tematiche: abitazioni neolitiche, enotrie e magno-greche. Ogni ambiente è pensato come una narrazione da abitare, costruita con materiali naturali e secondo principi di archeologia sperimentale. Arredi ispirati alla Magna Grecia, suppellettili simboliche, mosaici e oggetti rituali rendono ogni stanza un luogo immersivo, dove mito, materia e tempo si intrecciano.

Un'ospitalità fondata sul rito
L’esperienza al Moyseion è scandita da tre rituali principali. Si comincia con la Xenia, accoglienza sacra ispirata al mondo greco antico: il lavaggio delle mani con sapone di Aleppo segna l’inizio del soggiorno, accompagnato da musica dal vivo e narrazione. Al centro del percorso c’è il Santuario delle Acque, un ambiente su due livelli ricavato in grotta, con vasche, statue e mosaici. Ogni giorno alle 17:30 si svolge un rituale collettivo ispirato al mito di Demetra e Kore, tra performance, immersione sensoriale e viaggio simbolico. Infine, la giornata si chiude con il Simposio, convivio serale ispirato all’antica Grecia: vino, cibo, musica e parola si fondono in una cerimonia di comunità guidata da un moderno simposiarca.

Matera come palinsesto vivente
Lontano dalla spettacolarizzazione turistica, Moyseion restituisce a Matera una dimensione intima e archetipica. Ogni gesto, suono, odore è pensato per attivare una memoria incarnata, dove il visitatore non osserva ma partecipa. Il progetto prende le distanze dalla musealizzazione passiva e si propone come spazio esperienziale e trasformativo. Qui il sapere è vissuto, non esposto.
Il design degli ambienti dialoga con l’estetica del luogo: ceramiche di Grottaglie, tappeti fatti a mano, pietra locale, arredi ispirati al mondo antico. Il Santuario delle Acque, con le sue statue e i mosaici ispirati ai siti archeologici di Kaulonia e Herakleia, è il cuore sensoriale e rituale della struttura.

Un team che incarna il progetto
A rendere Moyseion un'esperienza irripetibile è anche la composizione del suo team, formato da giovani professionisti con background che spaziano dall'archeologia alla musica antica, dalla danza alla drammaturgia. Non ci sono concierge in divisa, ma archeologi, classicisti, musicisti, performer, costumisti e ballerini: un gruppo interdisciplinare che abita gli spazi e i rituali con autenticità e presenza scenica.
Ogni membro del team ha un ruolo attivo nella narrazione esperienziale: c'è chi accoglie con il suono dell’aulos, chi guida i riti, chi racconta il mito con la voce o con il gesto, chi ha realizzato i costumi storici con rigore filologico. La loro presenza non è ornamentale, ma costitutiva: danno corpo e voce al museo abitato, rendendo il sapere qualcosa di incarnato e condiviso.

Un progetto conforme e rispettoso del sito UNESCO
Moyseion è pienamente conforme a tutte le normative edilizie e di conservazione locali, regionali e UNESCO. L'intero processo di restauro e trasformazione è stato condotto in stretta collaborazione con il Comune di Matera e con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata. Il progetto è stato realizzato con profonda sensibilità architettonica e culturale, garantendo interventi reversibili, non invasivi e coerenti con la Carta di Matera e le linee guida per la conservazione del patrimonio.

Nello specifico, Moyseion:
- Ha preservato la stratigrafia storica e l'integrità materiale degli spazi ipogei, evitando ogni trasformazione speculativa;
- È intervenuto principalmente sull'atmosfera e sulla funzione rituale, utilizzando luce, suono, temperatura, profumo e narrazione come strumenti di trasformazione percettiva.

Il risultato è uno spazio che non solo rispetta le direttive UNESCO in termini di autenticità e integrità, ma che propone anche un nuovo modello di attivazione culturale, capace di valorizzare in chiave contemporanea l'eccezionale valore universale dei Sassi di Matera.

Antonio Panetta: visione e direzione culturale
Ideatore e promotore del progetto è Antonio Panetta (classe 1958), figura eclettica profondamente legata al territorio materano. Dopo una formazione giuridica e un percorso nel mondo dell'arte e del turismo culturale, Panetta ha dato vita a Moyseion come opera culturale abitabile. Il progetto nasce da anni di ricerca e confronto con archeologi, restauratori, antropologi, filosofi e artigiani, e si propone come strumento di riattivazione simbolica della civiltà mediterranea.

Il concept è stato sviluppato in sinergia con l'architetto Vito Porcari, la professoressa Antonella Guida e il professore associato Dimitris Roubis (Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Università della Basilicata), in costante dialogo con le autorità competenti. Panetta ha coordinato personalmente ogni fase progettuale: dalla definizione dei percorsi rituali alla drammaturgia spaziale, immaginando Moyseion non come un hotel ma come un museo vivente abitato da ospiti che diventano protagonisti di rituali del corpo, del cibo e della parola.

Moyseion ospita anche attività di ricerca e formazione, con simposi internazionali riservati a studiosi e artisti, e propone un modello di ospitalità fondato sulla mediazione culturale, in cui ogni gesto diventa narrazione e ogni ambiente veicolo di significati profondi .

Un modello inedito tra patrimonio e futuro
Moyseion si propone come progetto culturale, spirituale e architettonico. L’abitante temporaneo non consuma un soggiorno, ma attraversa un rito. Tra archeologia, simbolo e partecipazione, Matera si fa laboratorio di una nuova ospitalità, che non è evasione ma ritorno. Non è intrattenimento, ma trasformazione.

  Scheda progetto: Moyseion
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