15/07/2025 - Rinascono quest'anno due icone Flos firmate dall'architetto e designer veneziano Tobia Scarpa. Le riedizioni di Seki-Han e Biagio rendono omaggio ad uno dei più grandi progettisti del secolo scorso, attraverso tecnologie contemporanee che consentono una migliore lavorazione dei materiali.
Seki Han, design 1963, riedizione 2025
Lampada da terra progettata nel 1963 e a catalogo FLOS fino al 1966, Seki-Han esprime la complessa poetica progettuale di Tobia Scarpa, nonché la sua attenzione e consapevolezza nell’uso del legno. Si tratta di una piantana dalla particolare complessità costruttiva, risolta grazie alla scelta dell'essenza lignea e alla tecnologia di fabbricazione che mutua tecniche di lavorazione dall’architettura navale.
Seki-Han è composta da due pale verticali in legno che racchiudono una fonte luminosa tubolare e che si raccordano in finali di metallo cromato. La luce viene emanata in modo simmetrico e indiretto da due lati, con la matericità e il calore del legno a schermare il flusso luminoso.
Il massello viene tagliato nella parte centrale in modo da interrompere la fibra e governarne la deformazione nel tempo. Per il modello originale, l'essenza scelta era l'abete di Douglas, una conifera sempreverde diffusa nelle regioni costiere del nordamerica: un legno per sua natura molto stabile, che ben si adattava alla necessità che le due lamelle restassero perfettamente dritte. Per la riedizione è stato scelto il legno di frassino, che viene tagliato in Italia con una tecnica avanzata di fresatura CNC e sottoposto a uno speciale trattamento termico che ne essicca le fibre evitando deformazioni nel tempo. Le caratteristiche naturali del materiale garantiscono a ogni pezzo un carattere unico.
Per scelta di Flos e dello stesso Tobia Scarpa, nell'edizione 2025, le due pale lignee, fisse e simmetriche nel disegno originale, sono state ancorate a un evoluto sistema di fissaggio che consente loro di diventare mobili e di ruotare attorno al corpo illuminante centrale variando l'apertura dell'emissione di luce, che non risulta più soltanto simmetrica.
Nel lato di massima chiusura resta comunque visibile una lama di luce che conferisce un effetto molto poetico. Per enfatizzare il virtuosismo estetico delle pale, l’altezza complessiva della lampada è passata da 140 a 185 cm.
La piantana diventa qualcosa che vive nell'interazione con l'utente e nella relazione con lo spazio attraverso l'emozionante immaterialità della luce e le sensazioni tattili proprie della materialità del legno.
La versione 2025 differisce anche nel dettaglio della base, ripensata con lo stesso designer, sia nella geometria che nel materiale. Se nell’originale compariva una calotta in legno laccato attaccata al corpo della lampada, oggi la base è stata riprogettata in ferro nero calamina e distanziata dalle pale verticali tramite un colletto. In questo modo la piantana risulta più aerea e sospesa.
Seki-Han è proposta anche in una variante a sospensione. Identica al modello da terra sia nel design che nella fonte luminosa, differisce per la lunghezza un po’ più corta del corpo, qui di 168 cm, sospeso in orizzontale.
Il tubo fluorescente del modello storico, tecnologia ormai desueta, è stato sostituito con una fonte lineare a tecnologia LED: uno speciale tubo luminoso che Flos ha sviluppato come lampadina custom per questo prodotto, con una temperatura di colore calda e la possibilità di essere dimmerata mediante un dispositivo posizionato sul cavo.
L'esigenza di sviluppare una fonte luminosa ad hoc è nata dalla necessità di avere un colore più caldo della luce, più adatto all'essenza del legno e all'utilizzo della lampada in ambienti residenziali. L'aggiornamento tecnologico rispetta però la forma dei portalampada fluorescenti di allora e conferisce il grande vantaggio di un'emissione omogenea di luce a 360°, aspetto non soltanto estetico ma imprescindibile per sostenere la possibilità della nuova apertura variabile delle due pale.
Biagio, design 1968, riedizione 2025
Flos omaggia Tobia Scarpa con una limited edition di 150 pezzi numerati della celebre Biagio (1968). La nuova variante in onice è realizzata con la stessa tecnica e nella medesima fabbrica dove viene realizzata la versione classica in marmo di Carrara.
Ne conserva tutte le caratteristiche di prodotto ma la preziosa e rara pietra dal colore giallo miele, simile all'ambra, conferisce alla lampada una luce calda e profonda e un'inedita matericità, la cui bellezza è enfatizzata proprio dalla forma e dalla tecnica di produzione.
Biagio nasce da un blocco unico di marmo bianco Statuario di Carrara che viene scavato internamente attraverso tecniche avanzate di fresatura. ll disco viene poi sagomato al centro disegnando una forma circolare che corrisponde alla base e quindi tagliato in due pezzi che diventano altrettante lampade. Alle tecnologie moderne si affianca il sapiente lavoro dell'uomo: mani di artigiani qualificati lucidano a specchio la superficie.
La fonte luminosa viene inserita all'interno della parte concava, creando un effetto che sfrutta la traslucenza del materiale e si abbina alle venature del marmo mostrando l'anima della materia.
Tobia Scarpa sfida le forme convenzionali e trasforma un oggetto quotidiano in un'opera scultorea al confine tra arte e design. La lampada Biagio, il cui nome è un tributo al poeta e amico Biagio Marin, è un esempio della sua profonda comprensione del materiale e della capacità di fare innovazione all'interno di processi produttivi consolidati ma implementati in un sistema più efficiente.
Ognuno degli esemplari numerati riporta un label adesivo con il numero seriale della lampada e la firma dell’autore.
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