Dimensione testo  |
|
14/04/2022 - Vent’anni dopo l’apertura della sede romana e un anno dopo quella milanese, la catena italiana di ostelli YellowSquare ha aperto a Firenze, in una delle zone chiave della città, a pochi passi dalla Fortezza da Basso.
Lo studio fiorentino Pierattelli Architetture ne ha definito il nuovo concept di accoglienza informale e ha sviluppato la narrazione di questa nuova struttura nata dalla riconversione di un’architettura degli anni ’30.
YellowSquare Firenze ha una capienza di 250 posti letto distribuiti in stanze da quattro a otto posti, e conta anche 12 stanze private.
L’approccio del brand mette al centro valori di condivisione che si ritrovano nel disegno del bar, del ristorante, nella cucina a disposizione degli ospiti e nelle aree comuni, improntate sul senso di scambio e incontro informale.
YellowSquare, spazio polifunzionale e inclusivo, punta sulla capacità di attivare relazioni organizzando anche numerose attività, dalle lezioni di cucina ai corsi di yoga al tramonto. Fiore all’occhiello del progetto la piscina e il solarium all’ultimo piano, con una vista impareggiabile sullo skyline di Firenze.
Il progetto di riqualificazione
L’edificio è stato realizzato nel 1935 come dispensario provinciale per i malati di tubercolosi, fino a divenire sede dell’azienda sanitaria locale negli anni ‘80. Nel 2005 è stato messo all’asta e da allora lo stabile è rimasto in stato di abbandono.
YellowSquare, composto da due corpi di fabbrica – il primo distribuito su sei livelli, il secondo su un unico fuori terra – si sviluppa su una superficie di oltre 5000 mq. Il progetto di riqualificazione attuato da Pierattelli Architetture mantiene i principali elementi strutturali tipici dell’architettura razionalista aggiornando il layout con interventi di modernizzazione studiati nel rispetto dell’identità e del contesto. L’obiettivo principale dei progettisti è stato infatti quello di mantenere l’importanza storica dell’edificio e le sue caratteristiche architettoniche originarie.
Un materiale nobile come il travertino è stato utilizzato per il portale, la gradinata, la grande zoccolatura e per incorniciare i profili delle ampie aperture in facciata. Il carattere quasi monolitico della struttura esterna e il grande portale della facciata principale in color bianco avorio, a cui si accede tramite l’ampia gradinata, restituiscono un’immagine di essenzialità ed eleganza. Dalla gradinata si accede alla hall, con annessa area ristoro e zona bar/ristorante con cucina. Al piano terra sono collocate alcune stanze, ma si trova anche uno spazio adibito a guest kitchen e uno riservato alle lezioni di cucina, oltre a quelli di servizio per la ristorazione.
Le stanze, con servizi privati, occupano per intero il primo e il secondo piano dell’edificio. Nel sottotetto, attraverso l’eliminazione della falda della copertura, gli architetti hanno ricavato lo spazio all’aperto, con piscina panoramica e solarium.
Colori vitaminici, dai toni accesi del giallo e dell’arancione a quelli più freddi del verde e dell’azzurro, sono protagonisti del progetto e trasmettono un senso di accoglienza ed energia. La matericità della fibra fonoassorbente a soffitto diventa una texture avvolgente negli spazi di passaggio. Le geometrie e i segni cromatici delle pareti e del pavimento delineano interni giocosi e aperti, definendo un luogo giovanile e conviviale.
|
Consiglia questa notizia ai tuoi amici
|
|