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Casa Ojalá: il sogno ad occhi aperti di ogni viaggiatore prende forma
Il concept innovativo della mini casa sostenibile e smontabile ideato l'anno scorso, è ora ad un passo dalla realtà
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24/03/2020 - 27 mq ma più di 1.000 soluzioni interne che funzionano all’unisono, senza mai cambiare la struttura originale e la forma. Partita come un concept innovativo presentato tramite il modello in scala 1:10 in occasione della Milano Design Week 2019, Casa Ojalá sta per diventare realtà. 

Infatti l'ideatrice della casa, l'architetto Beatrice Bonzanigo e il suo socio Ryan Nesbitt hanno fondato Casa Ojalá srl, con sede a Milano, con l’obiettivo di sviluppare il progetto e avviare una produzione su ampia scala. Il prototipo in scala 1:1 è attualmente in costruzione e le prime consegne sono previste entro la fine del 2020. 



Casa Ojalá dispone di due camere - una matrimoniale e una singola - un bagno, una terrazza, e un soggiorno che possono però trasformarsi continuamente uno nell’altro: la camera da letto diventa living, il soggiorno diventa l'estensione del bagno, l’intera casa stessa diventa una piattaforma all’aria aperta. La flessibilità dello spazio è resa possibile da un sistema meccanico manuale composto da carrucole e manovelle, che controlla pareti scorrevoli in legno e tessuto, e movimenta botole a pavimento e a soffitto. Un blocco centrale suddiviso in sette sezioni incorpora tutte le funzioni essenziali quali armadio, comodini, libreria, lavandino e altro, tutti elementi che possono essere estratti per l’uso o celati sotto il pavimento.



Una volta montata Casa Ojalá vive dell’impianto meccanico manuale e non ha bisogno di alcuna assistenza esterna, né umana, né tecnologica. L’abitazione racchiude in sé stessa un sistema di raccolta dell’acqua piovana, e può essere dotata di pannelli e sistemi fotovoltaici insieme alla gestione di acque pulite, grigie e nere nel caso di una collocazione in luoghi estremi. È più adatta a climi temperati, ma nel progetto è inclusa una stufa a bioetanolo capace di mitigare il freddo della sera.
Oltre alle piccole trasformazioni quotidiane, completamente controllate dall’ospite, la maggior parte delle superfici in metallo, legno e tessuto sono personalizzabili per ogni singola Casa Ojalá, e possono all’occorrenza riprendere tradizioni e motivi locali. Queste opzioni, combinate con una scelta di finiture e arredi sensibili all’ambiente e sostenibili, consentono a Casa Ojalá di integrarsi perfettamente con la destinazione prevista.



Dalla fine dell’estate 2019 un gruppo di ingegneri meccanici e strutturisti di Brescia ha lavorato insieme al team di Casa Ojalá per tradurre il progetto in disegni tecnici, fino alla realizzazione di un modello tridimensionale complesso nel quale testare fattibilità, resistenza e durata della costruzione. Ciascuno dei sistemi meccanici è stato verificato al millimetro per garantirne la regolare funzionalità in uno spazio così limitato. Attualmente un general contractor con sede a Lissone, alle porte di Milano, sta traducendo i disegni in componenti d’acciaio e legno. Casa Ojalá inizia così a prendere forma.

Oltre a clienti privati, Casa Olajá si presta a imprenditori o boutique hotel per un’esperienza di ospitalità davvero innovativa con una singola unità o più unità in un formato "hotel diffuso". La lista d’attesa conta al momento oltre 30 clienti di una dozzina di Paesi, con prenotazioni per più di 50 case.

Beatrice Bonzanigo e il suo socio Ryan Nesbitt raccontano così l'esperienza all'interno di Casa Ojalá:
"Alzarsi dal letto, richiuderlo e far scorrere le pareti. Stendere il tappetino per il saluto al sole. Prepararsi un caffè e berlo sul tetto. Esplorare il paesaggio e scegliere un'avventura. Uscire e chiudere. Ritornare e riaprire. Prendere un libro e sonnecchiare sull'amaca. Riempire la vasca, eliminare i muri, immergersi nella privacy, rigenerarsi avvolti da stoffe locali. Stappare una bottiglia, di nuovo sul tetto. Guardare svanire la luce del giorno, condividere pensieri, sentimenti, aspirazioni. Aprire la botola, rintanarsi giù nel letto, chiudere le pareti e i divisori. Aprire gli spicchi del tetto e contare le stelle fino a perderne traccia.."



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