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U.MANO - Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà
La Fondazione Golinelli si trasforma in un tempio classico
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24/12/2019 – A novembre si è inaugurata U.MANO – Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà, la nuova mostra di Fondazione Golinelli curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi: il percorso espositivo, aperto al pubblico fino al 9 aprile 2020, è dedicato alla mano e sviluppato su più piani di lettura, dall’esplorazione dell’interiorità dell’uomo all’aprirsi alla comprensione dell’universo che gli sta intorno, in stretto e inevitabile collegamento con il cervello.

La mano è l’elemento di raccordo tra la dimensione del fare e quella del pensare ed è quindi fortemente rappresentativa della prospettiva di azione di Fondazione Golinelli di recuperare il segno di un legame oggi perduto: quello tra arte e scienza, che proprio nella cultura italiana ha raggiunto il suo culmine.
E l’Opificio Golinelli (dal latino, opus-facere) è metafora perfetta di questa unione di azione e mente, di arte e scienza: è un luogo dove i giovani e i giovanissimi sono educati a superare la tradizionale dicotomia fra teoria e pratica.

«L’antica alleanza che un tempo teneva unite arte e scienza – spiega Andrea Zanotti, Presidente di Fondazione Golinelli – sottintendeva intuizioni della mente e opere delle mani volte alla ricerca di quella discontinuità che nutre il progresso umano. È vero infatti che possiamo indagare il volto del futuro attraverso il calcolo delle probabilità e la capacità computazionale che toccano oggi nei big data il vertice più elevato; ma è vero anche che l’intuizione del futuro sta nelle anticipazioni, solitarie e dolorose, di scienziati e artisti che scrutano orizzonti a noi preclusi. È la solitudine di Leonardo che immagina con quattrocento anni di anticipo la capacità dell’uomo di volare».

La mostra U.MANO è allestita nel Centro Arti e Scienze Golinelli, uno spazio progettato da Mario Cucinella Architects, che per l’occasione è stato trasformato in un tempio classico.

Si parte da due grandi installazioni centrali: le mani chiuse, emblema della riflessione sulla propria origine e interiorità, e quelle aperte, che rappresentano invece l’esplorazione e la conoscenza del mondo circostante. Le mani, come grandi origami specchianti, sono un gioco di simmetria e sono sviluppate a partire dalla digitalizzazione della mano destra del fondatore Marino Golinelli: al termine della mostra, resteranno esposte all’Opificio come simbolo del cammino da lui impresso alla Fondazione, un cammino che, partendo dal passato, possa aprirsi a quel futuro che appartiene alle giovani generazioni.

Nello spazio creato dalla scultura “mani chiuse” è collocato il De Symmetria partium in rectis formis humanorum corporum libri, di Albrecht Dürer, un trattato sul disegno della figura umana le cui istruzioni sono state interpretate come uno dei primi algoritmi di arte generativa. Questo algoritmo è stato applicato per trasformare le dimensioni della mano in frequenze e in rapporti fra esse, ottenendo così i suoi suoni.

Si possono anche ammirare due atlanti anatomici straordinari: il De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio e i Deux Livres de chirurgie di Ambroise Paré. È un percorso che conduce a conoscere il capolavoro realizzato nel corso del Settecento a Bologna delle cere anatomiche di Anna Morandi Manzolini, strumento di conoscenza e di riproduzione mimetica della realtà, ma anche straordinaria opera scultorea.

La terza installazione, prodotta da Fondazione Golinelli in occasione di ArteFiera 2019, è quella mano-cervello, una scultura “aumentata” che invita ad osservare come osserviamo, giocando prima con gli inganni della percezione e poi con la manipolazione dei dati di osservazione.

Il percorso conduce quindi il visitatore a un indice puntato verso il Cielo, a ricordare il destino di grandezza cui l’uomo è chiamato e che è tutto iscritto nel Giudizio Universale della Cappella Sistina.
Un ulteriore livello di percezione sullo spazio espositivo ci è offerto da un altro laboratorio di gamification che ha trasportato temi della mostra nello spazio di un gioco immersivo in Virtual Reality.
Il mondo in cui agisce il player è la ricostruzione 3D dell’allestimento della mostra dove appaiono oggetti, personaggi, frammenti di informazioni con i quali interagendo si rivive la vicenda de’ La Battaglia di Anghiari nella visione dei giovani creatori del gioco.

L’ultimo passo nell’evoluzione della mano, conduce a un presente avveniristico, nel quale è protagonista l’arto bionico, un’opera di ingegneria avanzata realizzata dai giovani ricercatori di BionIt Labs srl – una delle start-up che operano nell’incubatore-acceleratore G-Factor – che hanno progettato un arto innovativo e adattabile a ogni paziente.


  Scheda evento:
Mostra:
20/11-09/04 CENTRO ARTI E SCIENZE GOLINELLI, BOLOGNA
U.MANO - Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà
























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