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Il Mosaico di Aufidus: verso un nuovo sguardo sulla Valle dell'Ofanto
In Puglia, il pietrame dei binari ferroviari della stazione di Canne diventa un'opera di land art
Autore: rossana vinci
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Ph. © Massimiliano Cafagna Ph. © Massimiliano Cafagna
05/09/2019 - Tra i luoghi nascosti ed inediti che punteggiano il territorio pugliese, vi è Canne della Battaglia (Barletta) e il suo parco archeologico. È proprio in questa piana immersa nel paesaggio della Valle dell’Ofanto ai piedi della cittadella di Canne che Annibale intravide il luogo idoneo per attuare la sua geometria della celebre battaglia del 216 a. C. in cui sconfisse l’esercito romano.

“Siamo noi oggi capaci di elaborare uno sguardo che abbia – in termini di rivalorizzazione del nostro territorio – un valore strategico pari a quello che condusse Annibale alla vittoria?” 


Ph. © Massimiliano Cafagna

Gli architetti Massimiliano Cafagna, Olga Paparusso, Patrizia Silecchia, Ornella Spadaro e Giuseppe Tupputi con i graphic designer Francesco Delrosso, Marco Lacerenza, Antonio Lionetti, e Saverio Rociola, uniti in un 'Laboratorio di immaginazione urbana' partono da questa semplice costatazione per dar vita al Mosaico di Aufidus, un opera di land art realizzata presso la stazione di Canne, con l’obiettivo di trasformare il pietrame dei binari ferroviari in un mosaico colorato che richiama i colori del paesaggio in cui è immerso.

“Il celeste e il blu rappresentano l’acqua, il fiume in secca e in piena; il rosso che rappresenta il sangue e l’arancio che rappresenta l’argilla, la storia dei luoghi nei suoi connotati immateriali e materiali” affermano i ragazzi del collettivo.


Ph. © Massimiliano Cafagna

L’oro – come nei mosaici bizantini – è lo sfondo, il collante, il mezzo di unione tra i differenti tasselli che aggiunge un valore di luminosità all’opera grazie alla sua luce vibrante che cambia intensità e grado di opacità, tiene insieme i frammenti, i tasselli, le differenti qualità riconosciute nel paesaggio della Valle dell’Ofanto. Ma è anche metafora dell’idea, della strategia, della visione, rimandando alla necessità di elaborare un pensiero capace di incidere nel reale, per trasformare coscienziosamente il paesaggio della Valle di Aufidus.


Ph. © Massimiliano Cafagna

Un’ esperienza artistica corale autofinanziata nata dalla voglia di accendere i riflettori sui valori ambientali e paesaggistici di questo territorio oggi nascosto, forse troppo rispetto al suo reale valore.“Oggi fa fatica a riconoscere nella Valle di Aufidus dei valori potenziali presenti nel paesaggio in cui si colloca il Parco Archeologico di Canne della Battaglia – afferma Giuseppe Tupputi, membro del collettivo – col tempo, l’antica visione armonica e al contempo strategica del territorio, sembra essersi offuscata, delineando l’emergere di una profonda crisi di rappresentazione di un mondo che sembra essere in pieno sconvolgimento, in radicale trasformazione”.


Ph. © Massimiliano Cafagna


Aufidus si pone come una metafora che simboleggia la condizione del frammento, e cerca di portare alla luce il valore di ogni singola tessera o tassello, all’interno di un unico insieme che genera una curiosa prospettiva cromatica sul paesaggio circostante.

“Il Mosaico di Aufidus – continua Giuseppe Tupputi  – non è solo una istallazione; è un’esperienza artistica nel senso più profondo del termine perché esprime una idea potente, che speriamo possa rimanere accesa e viva nelle nostre menti e nei nostri cuori e che possa, nel tempo, attecchire sempre più, riverberarsi, farsi largo, prendere forma. Arricchendo il paesaggio con la sua presenza spontanea e sincera, Aufidus vuole rinnovare il nostro sguardo sul territorio, indicandoci una possibile direzione da seguire”.
 


Ph. © Massimiliano Cafagna


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Ph. © Massimiliano Cafagna


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