Mauro Fiorese, Treasure Rooms del Museo di Castelvecchio - Verona, 2014
19/03/2019 - Ventisei caveau dei grandi musei italiani si svelano per la prima volta al pubblico negli scatti di Mauro Fiorese, da aprile alla GAM di Verona. Mauro Fiorese. Treasure Rooms (2014-2016), a cura di Beatrice Benedetti, Direttore Artistico della Galleria Boxart e di Patrizia Nuzzo, Curatore Responsabile delle Collezioni d’Arte Moderna e Contemporanea della GAM, è una mostra promossa dai Civici Musei del Comune di Verona in collaborazione con la Galleria scaligera Boxart.
L'esposizione verte sulla serie fotografica Treasure Rooms di Mauro Fiorese (Verona, 1970-2016), artista d’origine veronese, riconosciuto a livello internazionale e scomparso prematuramente tre anni fa.
I ventisei scatti della serie – messi a disposizione dalla Galleria Boxart di Verona che ha sostenuto il progetto – sono stati realizzati nell’arco di tre anni dal 2014 al 2016 e hanno ritratto i depositi dei maggiori musei italiani, in tutto tredici, tra i quali: il Museo di Castelvecchio a Verona, la Galleria degli Uffizi, la Galleria Borghese, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Capodimonte, Museo Correr, MART di Rovereto.
L’introduzione al percorso espositivo accompagna lo spettatore dietro le quinte del progetto, attraverso immagini e proiezioni video inedite, riavvolgendo idealmente la pellicola di tre anni di viaggio (2014-2016) all’interno dei Sancta Santorum della Grande Bellezza italiana.
«È importante scoprire i depositi d’arte del nostro paese - sottolinea l’assessore alla Cultura Francesca Briani - proprio per quello che sono: scrigni invisibili di storia e di cultura. Ed è ancora più stimolante farlo anche grazie allo straordinario repertorio scientifico creato dalla sensibilità di un nostro concittadino. Maturare la consapevolezza del loro valore significa già un importante passo nella cura che essi richiedono».
Quelle di Fiorese sono immagini che richiamano la pittura “alta”, grazie alle scelte compositive, alle pennellate di luce, ma soprattutto alla stampa su carta cotone, racchiusa in vetri museali e cornici lignee con targhetta ottonata che diventano parte integrante dell’opera, conferendo un astratto stile solenne, che non combacia tuttavia con alcun periodo storico definito.
Immagini di grande fascino che raccontano l’enorme parte invisibile dei grandi Musei. Un “sommerso” che offre linfa all’emerso e che conferma la ricchezza dei patrimoni museali.
La stragrande maggioranza dei musei italiani in questo è in linea con le grandi istituzioni estere, dall’Hermitage di San Pietroburgo, al Guggenheim di New York, al Prado di Madrid e al British Museum di Londra, nell’esporre una quota molto esigua delle grandi risorse conservate.
La mostra, oltre a presentare per la prima volta la serie completa Treasure Rooms di Mauro Fiorese, invita il visitatore a riflettere sulle funzioni chiave dei depositi e sul loro potenziale: da quello fisico di accumulazione delle opere alla necessaria catalogazione, dall’interscambio inteso l’osmosi tra visibile e invisibile fino alla magia di cui sono carichi questi «serbatoi di sorprese» (la definizione è di Salvatore Settis) restituita dai ritratti di luoghi di Fiorese.
La mostra è anche un omaggio alla straordinaria storia dell'arte italiana e svela il grande lavoro svolto dietro le quinte dei musei d’eccellenza.
La meticolosa indagine iconografica di Fiorese su questi “Archivi della memoria”, sarà posta in relazione con originali gessi canoviani monumentali provenienti dai depositi della Galleria d'Arte Moderna Achille Forti di Verona, testimonianza significativa del patrimonio dei Musei Civici veronesi non esposto in allestimenti permanenti.
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