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Architetture dell'illusione. Il Teatro Olimpico di Vicenza
Anamorfosi: meraviglie prospettiche tra realtà e spettacolarità
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14/03/2019 - Dopo Piazza Pio II di Pienza e la Chiesa di S. Maria presso S. Satiro a Milano, il nostro focus sull’anamorfismo in collaborazione con Volkswagen prosegue con un altro esempio di questa tecnica: il Teatro Olimpico di Vicenza.

Si tratta di una delle meraviglie artistiche della città veneta. È il primo e più antico teatro stabile coperto del mondo ed è l'ultima opera di Andrea Palladio (1508 – 1580), architetto e teorico dell'architettura, tra i principali protagonisti del Rinascimento.

Il Teatro Olimpico gli fu commissionato, nel febbraio 1580, dall'Accademia Olimpica, consesso culturale di importanti personalità vicentine di cui lo stesso Palladio era socio.

Il progetto si ispira dichiaratamente ai teatri romani descritti da Vitruvio: una cavea gradinata ellittica, cinta da un colonnato, con statue sul fregio, fronteggiante un palcoscenico rettangolare e un maestoso proscenio, su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, all'interno delle quali si trovano edicole e nicchie con statue e riquadri con bassorilievi.



La critica definisce l'opera 'manierista' per l'intenso chiaroscuro, accentuato tra l'altro da una serie di “espedienti ottici” dettati dalla grande esperienza dell'architetto: il progressivo arretramento delle fronti con l'altezza, compensato visivamente dalle statue sporgenti; il gioco di aggetti e nicchie che aumentano l'illusione di profondità.



Il Palladio appronta il disegno pochi mesi prima della sua morte e non lo vedrà realizzato; sarà il figlio Silla a curarne l'esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583.

La prima rappresentazione, in occasione del Carnevale del 1585, fu la tragedia greca Edipo Re di Sofocle, la cui scenografia riproduce le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un raffinato gioco prospettico.





L'artefice di questa piccola “meraviglia nella meraviglia” è Vincenzo Scamozzi, erede spirituale del Palladio.
L'effetto è così ben riuscito che queste sovrastrutture lignee diventeranno parte integrante stabile del Teatro che, unitamente ad altri 22 monumenti palladiani del centro storico di Vincenza e a 3 ville palladiane situate al di fuori dell’antica cinta muraria, risulta iscritto dal 1994 nella World Heritage List dell'UNESCO.


Tre cose in ciascuna fabbrica debbono considerarsi, senza le quali niuno edificio meriterà esser lodato; e quelle sono l’utile o comodità, la
perpetuità, e la bellezza”.

Andrea Palladio


*Fonte: Teatro Olimpico di Vicenza - Consorzio Vicenza è


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