20/08/2018 - Chi non sogna una casa con vista su uno dei simboli della città eterna?
Lo studio romano Labics ha firmato una ristrutturazione di due piani all’interno di un edificio del XVII secolo di fronte ad uno scenario d’eccezione: il Pantheon.
L’idea base è stata appunto quella di partire dallo spazio, recuperando gli elementi essenziali del contesto per reinterpretarli in chiave contemporanea. In entrambi i livelli – il terzo dedicato alla zona giorno e il quarto alla zona notte - “abbiamo voluto recuperare la struttura spaziale originaria e, quindi, sono entrambi costituiti da una sequenza di stanze una dentro l’altra, senza soluzione di continuità, e soprattutto, senza alcuna distinzione fra pubblico e privato. Una casa aperta, pubblica, trasparente, una casa il cui sviluppo può essere traguardato in un solo colpo d’occhio” – affermano gli architetti.
La sfida più grande del progetto è stata tuttavia quella di progettare una casa che, pur conservando una forte identità romana, guardasse anche alla tradizione giapponese, di cui i proprietari si erano appassionati durante il loro soggiorno a Tokyo.
Da qui lo stimolo nel cercare di costruire un ponte fra la classicità romana e il mondo orientale, ovvero tra la materia e l’astrazione, attraverso un uso ragionato dei materiali e delle texture, privilegiando da una parte leggerezza, asciuttezza e riduzione dei segni, dall’altro l’uso di materiali pregiati e durevoli quali il marmo, ottone, marmorino.
Pantheon House assorbe al suo interno tutti gli arredi fissi - i necessari contenitori - per lasciare spazio al ‘vuoto’; un telaio geometrico, che ricorda i telai delle shoji giapponesi, ne disegna le superfici modificandosi a seconda delle esigenze, creando così una continuità tra gli ambienti.
I passaggi tra le stanze, le soglie, sono sottolineati da portali in marmo statuario bianco o ottone disegnati in modo asciutto, elementare, quasi essenziale.
Anche la scala, nuovo collegamento fra i due piani giorno e notte, nasce all’insegna della leggerezza: coraggiosamente sospesa nel vuoto, si ancora al solaio grazie ad una struttura leggera di quadrelli di ottone.
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