Foto di Elisabetta Catalano
21/05/2018 - L’Architettura non è fatta solo di edifici, progetti e disegni, ma ci sono alcuni intellettuali, teorici, storici che con il loro impegno critico, civile e anche politico hanno contribuito a influenzare le vicende architettoniche nazionali e internazionali per tutto il Novecento. In occasione del centenario della nascita, il MAXXI dedica una grande esposizione a Bruno Zevi e ai “suoi” architetti: Gli Architetti di Zevi. Storia e controstoria dell’architettura italiana 1944 – 2000, al MAXXI dal 25 aprile al 16 settembre 2018, realizzata con la Fondazione Bruno Zevi e curata da Pippo Ciorra e Jean-Louis Cohen.
Insieme a riviste, libri, manifesti, documenti audio e video del suo lavoro, sono esposti materiali relativi ai progetti, tutti realizzati, di 38 tra gli architetti che promuoveva, da Carlo Scarpa a Pier Luigi Nervi, da Piero Sartogo a Renzo Piano, da Franco Albini a Maurizio Sacripanti.
La mostra presenta materiali provenienti da preziosi fondi archivistici del MAXXI Architettura, della Fondazione Bruno Zevi e di altre autorevoli istituzioni nazionali, come lo IUAV di Venezia, lo CSAC di Parma, la Fondazione Michelucci, oltre a molti altri archivi privati. E’ incentrata sulla figura di Zevi a tutto tondo - docente e storico, critico, politico, progettista, “agitatore” instancabile del dibattito culturale e grande comunicatore - e sugli architetti che, nelle varie fasi della sua vita, scelse di sostenere e promuovere.
Tra i temi emergenti della mostra, inoltre, il ruolo cruciale di Zevi in varie fasi del dibattito architettonico nazionale e internazionale, e l’importanza vitale, per lui e per tutta l’architettura italiana, del rapporto tra Architettura e politica attiva.
Gli Architetti di Zevi, nella galleria 2 del museo, è organizzata attraverso tre livelli principali di narrazione.
Il primo è un resoconto “illustrato” della biografia di Zevi, ricostruita attraverso le sue parole e le sue azioni pubbliche.
Il secondo presenta una selezione di progetti e architetti pubblicati nei suoi libri e nelle sue riviste, commentati dalle sue stesse parole.
Il terzo livello affronta il suo funambolico attivismo nel campo della comunicazione dell’architettura: scrittore, editor, consulente di emittenti e case editrici, collaboratore di riviste, curatore di mostre epocali (come quelle su Michelangelo e Brunelleschi), Bruno Zevi esplora in lungo e in largo il campo delle possibilità comunicative dell’architettura e si rivela un precursore assoluto, introducendo media e strumenti mai usati fino ad allora per divulgarla, come la radio, la televisione, l’editoria low-cost.
La mostra è allestita come un grande studio, con tavoli, mensole e librerie. Sulle pareti campeggiano alcune citazioni chiave del grande critico alternate a fotografie, video, libri e riviste capaci di raccontare il suo impegno e i suoi plurimi interessi. Tutto questo fa da sfondo a disegni, plastici, materiali visivi che, distribuiti su tavoli e supporti vari, raccontano i progetti dei tanti architetti coinvolti. Ovunque, in mostra, Bruno Zevi ci parla dei progetti attraverso i testi stampati, la sua voce inconfondibile, le immagini televisive. A dare ordine ai materiali numerosi e diversi, una lunga timeline illustrata della sua vita, con le sue opere, gli incontri cardine (Frank Lloyd Wright, Adriano Olivetti, Ludovico Ragghianti, Lionello Venturi) e le sue accesissime battaglie. Distribuiti all’interno dell’allestimento quattro focus arricchiscono la timeline: Pensare la città moderna, Esporre la Storia, Comunicare l’Architettura e, infine, Zevi contro.
Gli Architetti di Zevi fa inoltre luce sul ruolo di Bruno Zevi in una fase essenziale della vicenda architettonica italiana del dopoguerra, un periodo di incredibile vivacità e impegno, al quale lo storico romano contribuì da protagonista in tutti i momenti cruciali: dal dibattito sulla Ricostruzione alla creazione dell’APAO (Associazione per l’Architettura Organica), dalla riorganizzazione dell’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) alla partecipazione ai progetti olivettiani, fino alla creazione dell’In/Arch (Istituto Nazionale di Architettura) e alla fondazione di due riviste importanti come Metron e L’Architettura. Cronache e Storia.
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