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15/06/2017 - Per la prima volta gli spazi di Archiproducts Milano si vestono di arte oltre che di design. L'occasione nasce dal nuovo ciclo di lavori di Emilio Nanni che da tempo percorre entrambe le strade, con la consapevolezza che spesso esse tendono ad incrociarsi, sovrapporsi e contaminarsi reciprocamente, in una forma di dualismo necessario e vitale.
Negli spazi di via Tortona 31 Emilio Nanni, dal 21 Giugno e fino al 21 Luglio 2017, presenta il nuovo ciclo di lavori dal titolo “Strange perspectives”, nato dalla ricerca sul segno e sulla sua figurazione rarefatta, in bilico tra illustrazione e grafismo.
Le opere esposte sono realizzate prevalentemente in assenza di colore, in nero e bianco, eccetto qualche lavoro in cui avviene una sperimentazione con il colore. Tra i supporti utilizzati carte, provenienti originariamente da vecchie enciclopedie, pagine di romanzi, fotografie e da antichi testi del '700 in uso nei seminari ecclesiali.
Architetto, artista e designer, Emilio Nanni ha realizzato interventi in varia scala di architettura residenziale, riqualificazione urbana, allestimenti museali e interior design, e ha collaborato con diverse aziende italiane tra cui Billiani, Cyrcus, Saba, Pianca, Tonon e Zanotta.
"Azienda e designer formano un binomio imprescindibile nel sostanziare il concetto di “Design”, - spiega il designer - da qui la definizione completa 'industrial design': l’idea/progetto diviene condivisione con l’iter produttivo rappresentato dall’azienda che raffigura una forma di organizzazione sociale finalizzata ad elaborare il “prodotto” (dal know-how al marketing) ed a definire e consolidare una propria identità (brand) sul mercato, parallela ma congiunta a quella del designer, la quale attraverso il prodotto, che è appunto il risultato derivante dall’idea primigenia del designer, è orientata al raggiungimento di imprescindibili livelli di risultato: riconoscibilità, competitività e compimento del profitto tramite la serialità produttiva".
"Di contro c’è la dimensione “Arte”, per definizione legata all’unicità e originalità dell’opera. È l’artista stesso che compie l’opera in un suo percorso spesso solitario. Alla base del fare arte esiste la ricerca di una misura esistenziale/estetica che percorre vari livelli di introspezione e le trame dell’animo umano, senza sapere esattamente i motivi di tale urgenza. E’ una sorta di emergenza che l’artista sente, e cerca di riconsegnare attraverso l’opera la sua esperienza espressiva, senza che questa assolva a qualche funzione specifica se non quella di un appagamento emotivo e spirituale" prosegue Nanni, per poi concludere:
"Ecco dunque perché “Strange perspectives: Arte e Design, indagine su un rapporto estenuante”: una sorta di lotta estenuante su due livelli diversi, una forma di dualismo che per me rappresenta una risorsa necessario e un travaso di stimoli e pulsioni a cui attingere. Credo di avere la fortuna di poter percorrere entrambe queste strade, con la consapevolezza di non sapere se si tratti di “Arte” o di “Design”, ma che rappresentano la mia vita.
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