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Iris Tondo

Tra arte e design: Dante Goods and Bads
La funzionalità cede il passo all’emozione. Gli oggetti diventano buoni o cattivi
Autore: roberta dragone
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© Archiproducts © Archiproducts
26/01/2017 - Il nome si ispira alla letteratura italiana, i prodotti sono frutto del lavoro di artigiani italiani, l’approccio nasce da una contaminazione continua tra arte e design, la sede è in Germania. È questo il dna di Dante Goods and Bads, piccolo brand indipendente fondato nel 2012 da Christophe de la Fontaine e Aylin Langreuter. Industrial designer lui, con 12 anni di esperienza nello studio milanese di Patricia Urqiola, artista lei.
 
Coppia nel lavoro e anche nella vita, Aylin e Christophe creano mobili, oggetti di arredo, lampade e preziosi complementi tra arte e design. Si tratta di prodotti che vanno oltre l’aspetto funzionale. Nelle loro realizzazioni la praticità cede il passo alla qualità associativa: emozioni, abitudini, memoria, sensi, avversioni, il buono, il cattivo, mai il brutto – tengono a sottolineare.

Da sempre – spiegano Aylin e Christophe – il design di un prodotto nasce dal bisogno più forte della società che lo crea. Molto spesso dalla ricerca della praticità, della massima utilizzabilità. DANTE Goods and Bads segue un desiderio differente: il calore umano. Il nostro filtro è pertanto questo: creare una connessione. Creare cioè oggetti che non siano semplici cose, ma piuttosto i favoriti. Talismani. Oggetti quotidiani prima di tutto non utili e pratici, ma emozionali. Che possono pertanto possedere insolite qualità  come senso dell’umorismo, vanità o passione.
 
Parallel Choice Assortment è l’ultima collezione, che hanno presentato nei giorni scorsi a Imm Cologne.
Ispirata al lavoro della fotografa francese Camille Vivier, la nuova collezione rimanda ad un tipo di emozioni e stranezze tipiche di quando si sogna ad occhi aperti: un tappeto ripiegato che crea un’illusione ottica, un contenitore dalla forma bizzarra disegnato da tubi industriali e, naturalmente, l'incarnazione materiale di ogni illusione: lo specchio.

Ma perché “Goods and Bads”?
Ispirati dal pensiero del filosofo Vilém Flusser – che, guardando con sospetto alla disattenzione degli uomini quando si tratta di oggetti inanimati, si domanda come si possano comprare e usare dei buoni oggetti se, pur nella migliore delle ipotesi, abbiamo solo un’idea vaga di come questi siano stati creati o di come funzionino – giungono alla sua stessa conclusione: su così tanti oggetti buoni non è forse plausibile che ce ne siano pochi non buoni?
 
Questa riflessione ci ha in qualche modo influenzati quando abbiamo fondato Dante – Goods And Bads. Abbiamo per questo deciso di includere un elemento Bad in ognuna delle nostre collezioni. Per noi un oggetto è cattivo quando evoca sentimenti contrastanti, o un disagio, per associazione, design o funzionalità. Per noi il cattivo è l’antidoto a ciò che è semplicemente gradevole o funzionale.

DANTE - Goods and Bads su ARCHIPRODUCTS


Christophe de la Fontaine e Aylin Langreuter


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DANTE - Goods and Bads, El Santo Chestire


DANTE - Goods and Bads, Farewell


DANTE - Goods and Bads, Bavaresk Table


DANTE - Goods and Bads, Bavaresk Tweedledee




DANTE - Goods and Bads, Wonderland


DANTE - Goods and Bads, Minima Moralia

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DANTE - Goods and Bads, El Santo Chestire
DANTE - Goods and Bads, Farewell
DANTE - Goods and Bads, Bavaresk Table
DANTE - Goods and Bads, Bavaresk Tweedledee
DANTE - Goods and Bads, Wonderland
DANTE - Goods and Bads, Minima Moralia
DANTE - Goods and Bads, Come As You Are
DANTE - Goods and Bads, El Santo Chestire
DANTE - Goods and Bads, Bavaresk
DANTE - Goods and Bads, Bavaresk Tweedledee
DANTE - Goods and Bads, Minima Moralia
DANTE - Goods and Bads, Memoir
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