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16/06/2015 - "Uno spazio che si muove può significare un paese che si muove". Fino al 25 ottobre 2015 nello spazio del Centro Archivi MAXXI Architettura, la mostra Maurizio Sacripanti. Expo Osaka ’70 racconta il progetto realizzato da Sacripanti con A. Nonis, M. Dècina, G. Perucchini, A. Latini, A. Perilli, R. Pedio e G. Leoncilli per il padiglione italiano a Osaka ‘70 nell'ambito del concorso che ha poi visto vincitrice la proposta di Tommaso e Gilberto Valle.
A 35 anni di distanza, in occasione di Expo Milano 2015, con la rassegna a cura di Carlo Serafini ed Esmeralda Valente, il MAXXI intende rompere il silenzio sul lavoro dell’architetto e rendere omaggio alla sua architettura vivente, pensata come un viaggio in un corpo pulsante, all'insegna di sperimentalità, dinamicità e spettacolarità.
Maurizio Sacripanti (1916-1996) si laurea nel 1942 a Roma, dove per molti anni ricoprirà la cattedra di composizione architettonica. All'attività di docente affianca quella di progettista e scrittore. Il suo pensiero è fortemente segnato dalle amicizie con artisti, letterati e scienziati che hanno profondamente inciso sulla sua vita di architetto, anche in virtù del suo essere un convinto sostenitore dell'inscindibilità delle discipline artistiche. Pochi anni dopo la laurea vince il primo premio nel concorso per la sistemazione di Piazza Garibaldi a Perugia. E’ il segno di quella precocità dell’invenzione che è la cifra significativa della sua attività progettuale.
Dopo alcune realizzazioni di complessi residenziali di chiara matrice razionalista, negli anni Sessanta Sacripanti comincia a sperimentare un linguaggio che porta alla frantumazione del volume. E’ il caso del lavoro di scavo del volume cui è sottoposta la torre del grattacielo Peugeot a Buenos Aires (1961). Nei concorsi per il teatro di Cagliari (1964-65) e per quello di Forlì (1974-77) enfatizza la predilezione per lo spazio scenico mobile e per la macchina teatrale, una rilettura del gropiusiano “total theater” attraverso un linguaggio di segni che si rifanno a Kahn.
Da menzionare è senz'altro il progetto per il Padiglione Italiano all’Esposizione Internazionale di Osaka 70, che per Sacripanti si traduce in una occasione sperimentale e creativa privilegiata per dare forma al tema dello spazio in movimento, che caratterizza molti dei suoi progetti. Il tema dell’articolazione volumetrica si ritrova anche negli edifici scolastici degli anni Settanta e Ottanta, a Molfetta e a Sant’Arcangelo di Romagna.
La sua carriera culmina con la costruzione del Museo civico “Parisi-Valle” a Maccagno (Varese) (1979-98) per il quale riceve il Premio In/arch 1991-1992. La ricerca del significato materico dell’architettura si manifesta nella ricerca di un segno poco aggraziato nei disegni, ma soprattutto nella passione per l’espressività plastica del cemento armato.
www.fondazionemaxxi.it
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