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10/06/2014 - “L’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi mostra una ‘modernità anomala’, rappresentata dalla grande capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi continue. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di trasfigurare le condizioni del contesto in una nuova configurazione: un atteggiamento visto un tempo da alcuni come nostalgico o di compromesso, ma oggi ammirato dall’Europa e dal mondo come il contributo più originale della cultura progettuale italiana”.
Da tale assunto nasce il progetto di 'Innesti/Grafting' per il Padiglione Italia, a cura di Cino Zucchi, in occasione della 14. Mostra Internazionale di Architettura, a Venezia. 'Innesti/Grafting' è il titolo scelto da Zucchi per sviluppare la direzione suggerita da Rem Koolhaas per i padiglioni nazionali: Absorbing Modernity 1914/2014.
L'innesto costituisce il leitmotiv dell’architettura italiana nei secoli, che viene rappresentata sia attraverso la lettura dei progetti esposti sia attraverso la struttura stessa dell'itinerario di visita e del suo impianto scenico.
L'invito rivolto da Zucchi è quello di approfondire i processi che hanno portato all’attuale carattere omogeneo e atopico dell’architettura globale.
La mostra comprende, infatti, una serie di 'cartoline' di architettura e con la rappresentazione di un paesaggio contemporaneo costituito da immagini di progetti recenti dove architetti di varie generazioni si sono misurati con contesti impegnativi.
Ad aprire e chiudere la mostra due “innesti” fisici firmati dallo stesso Cino Zucchi: il grande portale arcuato dell’ingresso adiacente le Gaggiandre e una grande panca-scultura che si sviluppa fra gli alberi nel Giardino delle Vergini.
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