20/12/2012 - Kengo Kuma ha presentato la sua "Casa del Futuro", una casa-esperimento chiamata Même che ambisce a fare da prototipo e da apripista a una rivoluzione di mentalità che è già in atto.
Il Giappone è stato profondamente ferito dalle tragedie recenti ma anche per questo saputo trasformarsi in un laboratorio in cui interrogarsi sulla possibilità stessa di fare architettura oggi. Questo del resto è anche il tema del Padiglione Giapponese - Home for all, premiato alla Biennale appena conclusa.
In questo contesto, l'architetto giapponese Kengo Kuma ha creato una "Casa del Futuro", nella provincia di Hokkaido. Se è giusta l'interpretazione del nome "même" il maestro giapponese sembra dirci che la casa del futuro potrà essere in fondo sempre "la stessa" solo rivoluzionando completamente tecnologia e filosofia costruttiva (e di utilizzo).
Nel progetto "même", il volume di una casa rurale tipica di questa regione del Giappone, è realizzato con materiali innovativi:
un telaio in legno di larice giapponese completamente rivestito da membrane, all'esterno in poliestere fluorocarbon e all'interno in fibra di vetro. Tra le due membrane è posto un isolante ottenuto dal riciclo delle bottiglie in PET che lascia penetrare la luce.
Questa composizione è basata sul concetto che i moti convettivi dell'aria all'interno della parete possano mantenere l'ambiente interno confortevole e aiutare a risparmiare molta energia (abbinati anche a un impianto geotermico molto efficiente).
L'altro aspetto, più filosofico, coinvolto nella progettazione di questa pelle opalescente è il desiderio di una vita circondata dalla luce naturale, "come se si stesse sdraiati su di un prato in pieno giorno". "La migliore energia verde è quella che non consumiamo". Secondo questa filosofia la casa è priva di qualsiasi sistema di illuminazione. L'approccio, sicuramente provocatorio, merita più di qualche facile obiezione e invita a ripensare a una vita che si sincronizza al ritmo della natura..
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