13/05/2008 - agend_aa (agenzia internazionale d'architettura per l’ambiente) dedica una mostra al paesaggio piemontese e a una delle firme più singolari della cultura italiana dal titolo: PAESAGGI PIEMONTESI - Gabetti & Isola + Isolarchitetti + 9 architetture “minori”. La mostra, che si inaugurerà a Biella presso la Cittadellarte-Fondazione Michelangelo Pistoletto dal 25 maggio – 6 luglio 2008, approderà nel 2009 a New York.
Architettura e paesaggio sono i temi della mostra. L’idea è di rappresentare una specificità che ha preso corpo in un territorio unico, il Piemonte. A Cittadellarte-Fondazione Michelangelo Pistoletto si mettono in mostra alcuni frammenti di architettura e di paesaggio, d’arte e di tecnica che oscillano tra la necessità di radicarsi e il desiderio di sradicarsi nel e dall’ambiente circostante. Si tratta di frammenti che non esprimono il “regionalismo di provincia”, né la tendenza universale che vuole enfatizzare lo smarrimento delle identità locali e amplificarne l’omologazione. Sono parti di un tutto, semmai, che vogliono comunicare che per essere cittadini del mondo è necessario “conoscere bene la porta di casa propria”. La mostra veicola architetture d’autore, quelle di Gabetti & Isola + Isolarchitetti e architetture “minori”, quelle di una nuova generazione di progettisti, veicola una sorta di affresco, un puzzle che tiene insieme brandelli di paesaggi differenti.
Gabetti & Isola era una firma che è sempre stata considerata anomala rispetto alle mode e agli slogans ricorrenti del tempo, fuori dalle retoriche dello stile internazionale e a disagio se accostati linearmente al neo-liberty. Era una premiata ditta composta da due architetti e intellettuali Roberto Gabetti (1925-2000) e Aimaro Isola (1928), che hanno re-inventato nuove forme di modernità, tessendo colloqui critici con lembi di paesaggio, dalle opere di Alessandro Antonelli e di Giovanni Battista Schellino ai collages di Carol Rama, dagli scritti di Italo Cremona alle frivolezze di Carlo Mollino e di Elio Luzi. Due architetti che praticavano il mestiere intrecciando conoscenze delle prassi con le idee appartenenti a mondi più vasti. Il loro mondo architettonico, allora, si manifesta ai nostri occhi privo di nostalgia, con un valore universale, perché in grado di tenere insieme concetti opposti. Tra i loro capolavori vanno segnalati la Bottega d’Erasmo (1953-1956) che si integra nel paesaggio torinese, la Residenziale Ovest (1968- 1971) che instaura un dialogo unico con il landscape, il Palazzo di Giustizia (1981-1987) che rappresenta l’impiego sapiente dei materiali e l’uso originale delle forme. Oggi, dopo la scomparsa di Roberto Gabetti, Aimaro, insieme a Saverio Isola, con Isolarchitetti, è un architetto che continua a lavorare guardando ostinatamente in avanti, dialogando criticamente con il suo passato. Tra le loro opere deve essere ricordato il Nuovo centro direzionale IBM (2001-2004).
Il mondo oscuro dei paesaggi de-forma l’architettura. Simultaneamente le architetture modificano il paesaggio. Tra architettura e paesaggio vi sono corrispondenze biunivoche e mobili che la mostra vuole rappresentare. E siccome non esiste il paesaggio, ma una pluralità, o meglio, un palinsesto filtrato da una visione soggettiva, si è scelto 18 frammenti che esprimono sinteticamente il Piemonte. Si tratta di un paesaggio “parziale” rappresentato - attraverso 5 finestre tematiche - da oggetti di arte, per esempio una scultura di Michelangelo Pistoletto, da libri, Una questione privata (1963) di Beppe Fenoglio, da quadri, da immagini, tra le quali nove fotografie di Sisto Giriodi, da architetture, la Slittovia (1946-1947) di Carlo Mollino, da tecniche, il Padiglione B (1948-1949) del Palazzo delle Esposizioni di Pier Luigi Nervi, da un film-documentario, appositamente girato dal regista Alberto Momo. E da altro ancora. Gli oggetti, o meglio le parti sono importanti in quanto frammenti capaci di promettere un tutto; sono importanti soprattutto per le corrispondenze originali che potrebbero generare tra loro. E tra loro e le architetture di Gabetti & Isola. E tra loro e i possibili fruitori.
Sparse in Piemonte vi sono architetture di qualità realizzate da una nuova generazione di architetti che tessono singolarmente dialoghi con il paesaggio, che cercano rinnovate forme di corrispondenze con i multiformi territori regionali. Si tratta di architetture realizzate da una generazione che opera in un contesto professionale intricato, che decodifica alcuni pezzi di Piemonte e alcune opere di Gabetti & Isola con disincanto e volontà. Tra le opere in mostra vanno segnalate il Collegio universitario San Paolo (2004-2006) di Luca Moretto a Torino, la Cantina vinicola la Brunella (2004-2006) di Guido Boroli a Castiglione Falletto (Cn), un edificio residenziale (2005-2008) di Bruna & Mellano a Cuneo, un Piano di Recupero nel centro storico (1995-2005) a Settimo Torinese (To) di Elasticospa (Simone Carena, Stefano Pujatti), una Struttura ricettiva a basso costo (2002-2007) a Sant’Ambrogio (To) di LSB architetti associati (Giuseppe Dell’Aquila, Luca Pugno, Simone Pugno) e altre ancora.
Ufficio Stampa: Federica Fiorina agend_aa - agenzia internazionale d'architettura per l’ambiente
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