“COSTRUIRE NELLE MONTAGNE – FOTO DI ARCHITETTURA A 3.000 M”
MOSTRA FOTOGRAFICA DI OLIVER JAIST
A cura di Emanuele Bressan, Nicolò Franchetto e Davide Mezzavilla
28 novembre, 5 dicembre, 12 dicembre 2025
17.30/19.30
La montagna, con la sua potenza silenziosa e la sua materia indomabile, è da sempre luogo di sfida e di contemplazione. Costruire a queste altitudini signifi- ca confrontarsi con condizioni estreme: la rarefazione dell’aria, il vento, la luce tagliente, l’instabilità del terreno e l’isolamento. Ma è anche un atto di ascolto e rispetto, un esercizio di equilibrio tra la necessità dell’uomo e la grandezza del paesaggio. Una tematica oggi di straor- dinaria attualità, resa ancora più viva dal contesto delle imminenti Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, che invita- no a riflettere su come costruire in montagna significhi confrontarsi con la responsabilità di abitare e trasfor- mare paesaggi tanto fragili quanto essenziali. Le fotografie di Oliver Jaist raccontano proprio questo dialogo fragile e potente tra architettura e natura. I suoi scatti non si limitano a documentare edifici, ma cattura- no la relazione profonda tra forma costruita e ambiente, tra gesto tecnico e sensibilità estetica. In ogni immagi- ne si percepisce la tensione tra la precisione dell’opera umana e l’imprevedibilità del contesto naturale, tra la geometria e la roccia, tra la luce e il silenzio.
La serie presentata in mostra ritrae il processo costrut- tivo e l’opera realizzata dagli architetti Stifter+Bach- mann, il Rifugio Sasso Nero, completato nel 2018 a 3.026 metri di quota situato nel comune di Valle Auri- na (BZ) nelle Alpi della Zillertal. Attraverso l’obiettivo di Jaist, il cantiere diventa narrazione visiva: la sequenza delle immagini accompagna lo spettatore lungo le fasi della costruzione, dal trasporto dei materiali alla posa delle strutture, fino alla presenza compiuta dell’edificio nel paesaggio.
È un racconto che mostra come l’ar- chitettura possa nascere da un confronto diretto con la materia della montagna, con il suo clima, con i suoi limiti. Il progetto “Costruire nelle montagne – Foto di archi- tettura a 3.000 m” si muove quindi tra documentazio- ne e riflessione poetica, restituendo non solo la forma finale del rifugio, ma anche la complessità del suo far- si: un’opera che testimonia la possibilità di un’architet- tura contemporanea capace di rispettare e interpretare il paesaggio alpino. Ogni scatto diventa così una riflessione visiva sul rap- porto tra tecnica e natura, tra misura umana e scala del paesaggio. L’architettura appare come una presen- za temporanea, fragile, eppure necessaria: un punto di appoggio nel paesaggio infinito, un segno che si dissol- ve nella luce e nella neve. La mostra invita il visitatore a osservare le montagne non come scenografia, ma come spazio di progetto: un luogo dove costruire significa dialogare, adattarsi, com- prendere. E invita a riconoscere, attraverso lo sguardo del fotografo, la possibilità di una nuova etica del costruire – fatta di attenzione, leggerezza e rispetto.