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Romagno Marmi
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CROSSOVER
A dialog between the Chinese School of Hubei and the New Italian Art Scene
mostra  TESA 113 ARSENALE NORD, VENEZIA , dal 02/06/2013 al 24/11/2013
2 giugno – 24 novembre 2013
tesa 113 arsenale nord – venezia dalle 10:00 alle 18:00

L’idea alla base del progetto “crossover / a dialog between the chinese school of hubei and the new italian art scene”, manifestazione parallela alla 55a edizione della biennale d’arte di venezia 2013, è di mettere in luce il lavoro e le esperienze di un gruppo coerente e articolato di artisti cinesi – la cosiddetta “scuola di hubei” – ponendoli a confronto con analoghe esperienze provenienti dall’arte italiana contemporanea. Un filo sottile lega infatti, pur nelle diversità dei percorsi artistici, i quindici artisti cinesi provenienti dalla provincia di hubei riuniti in questa mostra e gli artisti della “nuova scena artistica italiana”.

Se gli artisti cinesi raccontano la realtà della nuova arte del loro paese, sospesa tra avanguardia e tradizione, tra recupero delle tecniche tradizionali e accenti fortemente contemporanei, analogamente anche gli artisti italiani di queste ultime generazioni hanno compiuto un percorso di recupero di tecniche tipiche della tradizione italiana (pittura e scultura, in primis, ma anche fotografia e video, trattati con un’impostazione fortemente classica e raffinata dal punto di vista esecutivo e formale), pur con accenti e modalità contemporanee, vuoi mescolandole con influenze novecentesche, vuoi con uno sguardo alle tematiche sociali, vuoi con un continuo rimescolamento delle forme e dei richiami estetici tipico della surmodernità.
Non è da sottovalutare, poi, da parte degli artisti italiani, un certo richiamo all’oriente come nuovo modello, non da imitare, ma da guardare con interesse e partecipazione, dopo la crisi dei miti e dei modelli occidentali.

La mostra “crossover” non vuole essere dunque un semplice confronto a distanza, ma il primo tentativo di mettere insieme due esperienze lontane geograficamente, mescolandole e cercando di lasciare che gli artisti stessi si contaminino, si guardino e influenzino vicendevolmente.
Ecco allora i quadri di uno dei maestri della scuola di hubei, guo zhengshan, che rinnova la tradizione della natura morta con uno stile rarefatto e raffinatissimo che sfiora a volte l’astrazione, dialogare con quelli di dany vescovi, che parte da una pittura decorativa, di grande rigore formale, per costruire un nuovo linguaggio, mescolando pittura astratta e figurazione.
Ecco, ancora, la nuova astrazione di davide nido a confronto con i quadri rigorosi e fortemente simbolici di xiao feng; ecco la ricerca sul paesaggio urbano di marco petrusdialogare con il piglio espressionista dei paesaggi naturali di zhang zhan.

Le scene inquietanti dipinte da lang xuebo, memori di pellicole cinematografiche o retaggi storiografici, dialogare con le sculture in terracotta e in bronzo di paolo schmidlin, che con raffinato iperrealismo modella antiche e sfiorite dive del cinema, o controversi personaggi storici; le raffinatissime foto di matteo basilé, cariche di simbologie e di rimandi religiosi e profani, a confronto con il lavoro installativo e scultoreo di fu zhongwang, in eterno equilibrio tra suggestioni formali arcaiche e nuove mitologie del contemporaneo.
Ecco le foto del duo li yu & liu bo, che ripercorrono, con taglio spettacolarizzato, episodi di cronaca di tutti i giorni, a confronto con le ambigue e inquietanti visioni di simone bergantini.
E ancora, il lavoro sulla doppiezza della visione e dei punti di vista di yuan xiaofang, messo in relazione con le opere di enrico lombardi, che lavora sul paesaggio italiano, in bilico tra pittura trecentesca e suggestioni metafisiche, per ragionare sull’ambiguità e sulla potenza evocativa del mezzo pittorico.
Le complesse installazioni di wei guangqing, che ragiona sul rapporto tra spazio del presente e simbologie dell’inconscio, dialogare con i quadri e le installazioni di desiderio, eternamente in bilico tra mondo reale e suggestioni oniriche.

Ed ecco, ancora, i quadri di ma lin, fortemente classici nell’impianto formale e nella presenza importante del disegno, a confronto con le bizzarre figure di elena monzo, nelle quali la traccia forte del disegno si carica di una sovrastruttura di materiali diversi e di riferimenti sovrapposti e caotici.
Le complesse installazioni di li li bangyao, che rimandano al rapporto tra tempo presente e memoria, tra metafore del quotidiano e simbologie profonde della storia, dialogare con il lavoro fotografico di angelo marinelli, che riflette sui simboli sottesi al paesaggio contemporaneo e sulle costrizioni non viste del reale.

Inoltre gli straordinari incubi visivi di fulvio di piazza, novello arcimboldo contemporaneo, confrontarsi con le favolose e bizzarre composizioni della giovane e bravissima pittrice guo zi. E ancora i giochi visivi di he diqiu riflettere gli altrettanto sorprendenti ossimori visivi, sospesi tra iperrealismo e fantascienza, del gruppo i santissimi. Ecco i ragionamenti tra parola e immagine di yang guoxin, o i quadri evanescenti e magici di wang ging, dialogare con i sorprendenti giochi di ombre fotografiche di teresa emanuele, o con gli incredibili videoritratti di davide sebastian.
E infine, le sculture in silicone di zhan rui, eternamente sospese tra realtà e finzione e tra simbologia dell’oggetto e oggetto reale, giocare a distanza con le sculture in legno e bronzo, cariche di mistero e di riferimenti ancestrali, di aron demetz.
 
I curatori
Ji shaofeng, critico d’arte e curatore di fama internazionale, è vice presidente dell’hubei museum of art. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e mostre sulla nuova arte cinese.
Alessandro riva, curatore e critico d’arte, ha lavorato sulla nuova pittura e scultura italiane con mostre pubbliche sia in italia sia all’estero.
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