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Romagno Marmi
MOSTRA ARCHITETTURA

BLA BLA. Discussione virtuale
Mostra a cura di Alessandro Mendini
mostra  MOSTRA ALLE OFFICINE CREATIVE ANSALDO - OCA, MILANO, dal 09/04/2013 al 14/04/2013

In questo periodo di scivolamento delle arti visive e di revisione dei processi industriali, l'attenzione si sposta verso le arti tout cout, e la stessa definizione di design sfuma all'interno di esse e viene assorbita nella loro storia, la cui parabola è ben più lunga nel tempo e nello spazio. L'oggetto d'uso, cioè, attira in sé e a sua volta restituisce molte problematiche e meccanismi che oggi non transitano più attraverso il design e nemmeno attraverso la serialità. Se il pop faceva assurgere l'oggetto industriale al ruolo di scultura, esagerandone l'aspetto ed eliminandone la funzione, l'anti-pop sovrappone l'anima artistica all'anima funzionale dell'oggetto stesso, rendendole coincidenti. E' come una attività pop ma di segno contrario. Ecco allora una possibile prospettiva del progetto: cioè diventare soggetto espressivo di valenze e tematiche ricche di aspetti molto più freschi del mero formalismo del design, e trovare agganci e relazioni con gli aspetti più nascosti dell'artigianato, dei materiali, del mondo virtuale e degli inventori.

I precedenti di questo atteggiamento progettuale vanno comunque trovati nei meandri più sottili del gruppo Omega, del Deutsches Werkbund, della Wiener Werkstatte, del Futurismo, e natualmente del Rinascimento, dei quali assumono il senso letterario. Ma anche vanno cercati nei laboratori dei paradossi estremi delle tecnologie utopiche, intese come energie aggreganti di multidisciplinarietà. Il denominatore comune è l'obbiettivo di un ambiente funzionale ma ritualizzato sub specie estetica. Portare al limite queste istanze legate al vero, e per ottenere tale qualità estetica il designer e colui che fabbrica trasformano le loro menti in laboratori creativi basati sulla ricerca visiva, sperimentalità, ridefinizione radicale del rapporto fra arte, artigianato e industria, filologia sui materiali, tecniche e decorazioni nuove e antiche, geografie produttive. In sostanza l'emersione e la scoperta di situazioni adatte a un complesso, inedito e articolatissimo sistema di nuovi organigrammi progettuali. E' automatico, per raggiungere questi obiettivi, il disarticolarsi degli schemi industriali e di marketing del prodotto, verso i metodi dell'edizione e del prototipaggio, ovvero verso l'articolarsi di ambiti tematici legati agli stimoli di evoluzione dei comportamenti anziché ai canoni tradizionali della filiera di fabbricazione e di vendita. Il progetto si espande in un vasto programma astratto e narrativo, dove i singoli oggetti assumono il ruolo dei personaggi di una trama e di una epopea.

Ecco allora l'utilità di una visione di tipo editoriale che metta in dialettica fra loro i singoli oggetti ed invenzioni, che si configuri essa stessa come invenzione estetica metaprogettuale. Il singolo caso ed oggetto assume la parte di un tutto, e gli strumenti tecnici usati dal metaprogetto, sono la rete, gli stampati, i sistemi di comunicazione, le installazioni, gli eventi, i messaggi, la pubblicità, ed altro.
Più che di singoli oggetti, si tratta di una orchestrazione. Specie e sottospecie. L'attività consiste allora nella radicalizzazione di tre ipotesi.

Primo, che l'oggetto evento sia assieme usabile e contemplabile, alla pari.
Secondo, che l'oggetto vada inteso come monade puntuale all'interno di una nebulosa tecno-estetica che lo comprende. Terzo, che questa fenomenologia sia destinata nella sua globalità a risolvere l'obbiettivo utopico di un lavoro socialmente perfetto.

- Sono invitati tutti progettisti interessati ai temi esposti: progettisti, scuole, enti, associazioni, istituti internazionali.
- Ad ogni autore si chiede una dichiarazione verbale sul suo modo di affrontare il tema. Ogni autore registra “in proprio” il suo intervento video, e ne fornisce il supporto digitale agli organizzatori.
- Il tema può essere espresso in modo teorico, pragmatico, commerciale, utopistico, autobiografico, eccetera.
- Si raccomanda per ogni singolo intervento una durata massima di tre minuti.
- Una serie di monitor affiancati metterà in loop tutte le auto-dichiarazioni.
-Sarà una mostra di “volti che parlano”, e darà luogo a una videoteca di confessioni progettuali.

 

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Contatti
Clara Buoncristiani
PR&Communication Studio
M. +39 366 3353579
Link
www.milanomakers.com
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