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Marazzi
MOSTRA ARTE

PESCETRULLO
Installazione di Gaetano Pesce
mostra  CAROVIGNO (BR), lunedì 10 agosto 2009

Caterina Tognon per stART
Gaetano Pesce con
Gabriele Pimpini e Cosimo Cardone
inaugurano

PESCETRULLO

HOUSEWARMING PARTY:
domenica 10 agosto 2008, notte di San Lorenzo
dal tramonto all’alba
agro di Carovigno, Puglia
 

intervento di Francesco Arena (grazie a Paola di Monitor Video&Contemporary Art, Roma)
“lu purpu” di Maria Grazia Rosin
cineselezione a cura di Alberto Guerri
principe Maurice Agosti alla consolle
Carlo Borsatti alle cibarie
Tusicchio nell’orto

con il patrocinio del Comune di Carovigno

Non è sorprendente che l’odierna espressione architettonica non abbia ancora approfittato di quanto accaduto nella cultura durante gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso? La Pop Art, la poesia “ordinaria” di Bukowski, la Beat Generation, la musica Pop e Rock sono ormai passate, stanno sugli scaffali della storia e cominciano a coprirsi di polvere, senza che l’architettura ne abbia mai tenuto conto. All’opposto essa rimane protestante, purista, formale, vagamente totalitaria; nipote del Movimento Moderno continua con i suoi autori a ignorare tutto quello che potrebbe guarirla dall’anemia che la colpisce e che la fa essere noiosa, ripetitiva, glaciale e senza amore.
Quando l’architettura sarà serena, pluralista e capace di raccontare i luoghi e le loro culture?
La Casa Ritratto di Ostuni cerca di recuperare un po’ di ritardo e, senza prendersi troppo sul serio, esprime semplici frasi contemporanee, sia come linguaggio sia per la tecnica e il materiale impiegati. Il primo usa l’immagine invece che la geometria astratta usata da quasi tutti gli studi di architettura del globo.
La tecnica e la materia consistono nello spruzzare il poliuretano rigido su dei volumi grezzi di legno. I bagni, sempre in legno, sono coperti di specchio, materiale simbolo della cura del corpo, e riflettono la campagna di ulivi circostante.
Nell’insieme, la casa è forse il ritratto della coppia veneziana che mi ha commissionato questo progetto e vuole ricordare le loro sembianze.


Gaetano Pesce, Giugno 2008
 




Gaetano Pesce, chiamato ad intervenire in un ettaro di uliveto nella campagna di Carovigno, vicino a Ostuni (BR) ha costruito, insieme all’architetto Gabriele Pimpini e a Cosimo Cardone, che hanno curato la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’opera, un’architettura contemporanea in un contesto saturo di storia e di forma come quello italiano.

La collaborazione di Gaetano Pesce, per la sua nota capacità di operare in modo trasversale negli ambiti, solitamente tenuti estranei, delle arti visive, dell’architettura e del design, ha fornito un valore aggiunto al lavoro di ricerca nelle arti visive contemporanee condotto da anni da Caterina Tognon, committente dell’opera, con la sua Associazione Culturale di Arte Contemporanea, stART.

Il volume esistente di un fabbricato rurale tipo trullo (torretta saracena ostunese) è rimasto inalterato, interessato unicamente da lievi interventi manutentivi, ed è stato utilizzato come contenitore/scrigno per un’opera d’arte.

Intorno ad esso sono stati realizzati quattro nuovi corpi di fabbrica, “Pescetrulli”, appoggiati su una pedana_soletta di cemento la cui forma planimetrica, fortemente irregolare, sembra modificarsi proprio per lasciare spazio, nelle sue insenature, agli alberi di fico, mandorlo e ulivo.

Gaetano Pesce ha assimilato i nuovi volumi a quelli imponenti degli ulivi secolari, presenti in gran numero in quel terreno, e che prendono forme geometriche quasi “cubiche”. La ricerca di morbidezza lo ha spinto poi a smussarne gli angoli e soprattutto a scegliere il poliuretano espanso come materiale costruttivo.

Il lavoro di Gaetano Pesce si è sempre concentrato sulla ricerca di nuovi materiali, da lui stesso definiti “della modernità”. Nonostante egli abbia lavorato sulla sperimentazione delle possibili applicazioni del poliuretano sin dagli anni Settanta, l’intervento dei “Pescetrulli” può essere considerato innovativo perché è il primo esperimento concreto in un’architettura reale: non si tratta di padiglioni temporanei da smontare entro un tempo prestabilito, ma di case da abitare con tutte le problematiche annesse alla funzionalità.

Il tempo e l’uso saranno l’importante banco di prova per l’impiego di questo materiale combinato con il legno ed altro (pietra, vetro, terra…). Fondamentale è stato l’impegno per la risoluzione di alcuni dettagli: era già noto a tutti come mettere in opera una superficie di poliuretano, ma si è dovuto risolvere ad esempio il passaggio tra il serramento e il poliuretano, o tanti altri tipici problemi dell’architettura civile ignoti al tradizionale campo applicativo del poliuretano che è quello prettamente industriale (coibentazione di grandi superfici di copertura o messa in sicurezza di superfici contenenti amianto, ecc).

L’utilizzo del poliuretano espanso, definito versatile, isolante ed eco-sostenibile, è anche mirato ad ottimizzare l’accumulo di energia termica solare ottenendo un fabbricato passivo dal punto di vista energetico e consentendo così di ridurre quasi a zero l’utilizzo di riscaldamento in inverno e di raffrescamento in estate.

Altri due corpi di fabbrica, più piccoli, che svolgono la funzione di servizi igienici, sono interamente rivestiti, in maniera irregolare, da piccoli specchi formato 15x15, con il triplice effetto di rimandare intuitivamente alla funzione, di rispecchiare l’ambiente circostante e di scomparire quale forma umana nelle forme naturali.

Queste architetture sembrano essere oggetti di design cambiati di scala: appaiono “scatole viventi”, secondo l’esigenza di Pesce di dare a tutta la sua produzione creativa sembianze velatamente umane.

Se si guarda con attenzione al suo passato di architetto-artista si scoprono infatti straordinarie architetture dove quasi tutto ha sembianze umane. Egli vuole raccontare, con l’architettura e il design, la storia delle persone. Al centro della sua poetica c’è l’uomo con la sua quotidianità, che l’architettura è chiamata a raccontare.

I due volumi posti tra gli ulivi di Carovigno, nella Puglia profonda che si allunga nel Mediterraneo, assumono con ironia le sembianze di un uomo e di una donna; sono case ritratto dei committenti; sono due grandi facce, piene di espressività. E la scelta dei colori è stata semplice: azzurro lui e rosa lei.

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