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29/03/2019 - Il quartiere Fitzrovia di Londra appare un po' come un “collage architettonico”. Lungo le sue strade si possono trovare case in mattoni del XVIII e XIX secolo intervallate da blocchi di cemento del XX secolo e, all'estremità orientale l’antica chiesa di All Souls di John Nash.
In questo scenario di straordinaria varietà di stili, lo studio di architettura londinese Bureau de Change – composto da Katerina Dionysopoulou e Billy Mavropoulos – ha recentemente completato un nuovo edificio residenziale di cinque piani incastonato tra due dei tanti semplici palazzi in mattoni facciavista della zona. E per quanto i progettisti di Bureau de Change si fossero proposti di rispettare il contesto esistente, volevano anche, in qualche maniera, interromperlo.
Interlock – questo il nome dell’edificio che ospita anche un caffè al livello della strada e una galleria sottostante – presenta infatti una facciata "ondulata" composta da mattoni dai toni grigio-blu che movimentano la forma allungata dell'edificio. "Ci interessava mantenere queste proporzioni molto tradizionali ma sovvertendole in qualche modo" – spiega la co-fondatrice e regista Katerina Dionysopoulou – "come un puzzle che sembra familiare e rivela una complessità nascosta che aumenta man mano che interagisci con essa".
Durante la fase di ideazione della facciata i progettisti hanno controllato in maniera capillare il corretto posizionamento di ogni singolo mattone. Per definire in maniera ottimale la facciata gli architetti hanno lavorato a stretto contatto con gli installatori ai quali sono stati forniti dei file 3D in modo da allineare correttamente ciascun filare di mattoni che richiedeva una precisione millimetrica. Il team in cantiere ha utilizzato quindi 188 modelli in scala 1:1 stampati con numero, tipologia e la corretta posizione di ciascun mattone. Questi hanno guidato la posa di ciascun mattone come una sorta di "manoscritto di costruzione". La facciata, composta da ben 5.000 mattoni ha richiesto tre mesi di lavoro.
Con The Interlock, Bureau de change architects ha risposto alla necessità di creare una nuova architettura che mantenesse lo storico patrimonio dei mattoni facciavista e delle proporzioni dei vicini palazzi, creando allo stesso tempo un edificio nuovo, dal patrimonio incerto, che sia allo stesso tempo storico e contemporaneo, familiare ma estraneo.
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