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Rigenerazione e straniamento nella casa di Marco Castelletti
Al centro una stanza dell’acqua, sospesa, collegata con il cielo e le sue variazioni
Autore: cecilia di marzo
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18/04/2012 - La ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente è uno dei temi che, nei prossimi anni, i progettisti dovranno affrontare con maggiore frequenza. In questo caso la sistemazione di una casa bifamiliare, costruita alla fine degli anni '70 sulle pendici delle colline che circondano la città di Erba, è l’occasione, per gli architetti Marco Castelletti e Patrizia Viganò, di ripensare la costruzione non solo in termini energetici con l’adozione delle odierne tecnologie per il contenimento dei consumi, ma soprattutto per darle un nuova veste architettonica. 

La casa era stata concepita in origine con gli elementi ed i materiali legati alla tradizione, l’aggregazione casuale dei locali in pianta di due appartamenti aveva generato una copertura a falde articolata e confusa con una sequenza di colmi e converse.

Lo scopo della ristrutturazione è stata la ricerca di una soluzione per rendere completamente indipendenti le due unità sia come accessi che come dotazione di parcheggi interrati, e per riorganizzare la distribuzione interna degli alloggi con il recupero del sottotetto. Dopo aver demolito la copertura a falde, le murature perimetrali esistenti sono state innalzate per poter recuperare il piano del sottotetto e realizzare un tetto piano. 

La nuova copertura ha come limite le murature perimetrali più esterne della casa e, nella parte retrostante, il muro di contenimento del terreno; questo tetto definisce un grande piano quadrato, al quale sono state fissate le strutture metalliche verticali che sostengono la partitura del rivestimento in legno che perimetra tutti i lati della casa e la racchiude in un volume stereometrico. 

Il doppio ordine, formato dalle murature della casa e dalla griglia esterna di legno, genera degli spazi a doppia altezza, che rimangono come spazi di transizione tra i locali interni dell’abitazione ed il giardino esterno. Questa operazione ha consentito di ripensare concettualmente la genesi della casa immaginando di concepirla come un unico volume solido, di pianta quadrata, al quale sono state sottratte le parti dei portici e dei balconi. Tale concezione è resa evidente dal contrasto cromatico tra le pareti, nere a contatto con il perimetro del quadrato esterno della griglia in legno, e le pareti bianche degli sfondati dei portici e dei balconi. 

La ristrutturazione conserva la distinzione tra l’appartamento più piccolo, ad est, e quello più grande, ad ovest, organizzati su tre livelli, compreso il piano interrato, collegati da un sistema di risalita che affianca la scala a chiocciola ad un elevatore. Le unità abitative hanno ingressi contrapposti, sono organizzate con le zone giorno a sud al piano terra e le zone notti a nord ed al primo piano.

Al primo piano, al di sopra della cucina dell’appartamento più grande, che occupa lo spazio che era l’androne aperto degli ingressi della casa originaria, è stata sospesa una “stanza allagata”, racchiusa dalle murature perimetrali e coperta da un lucernario vetrato scorrevole che durante le giornate di sole scopre la stanza lasciandola a cielo aperto. Questo ambiente inaspettato e nascosto rimane al centro della casa ed è accessibile al primo piano da entrambe le unità.

Dalla stanza dell’acqua, dotata di un piccolo bagno turco, si può salire al tetto piano passando da una terrazza che si affaccia verso il porticato retrostante. Sul tetto piano sono stati inseriti gli impianti fotovoltaici e solari, la copertura vetrata mobile della piscina e un solarium di legno dal quale si può godere dell’affaccio panoramico a sud verso i laghi.

La trasformazione ha generato una nuova casa, nella quale il comfort e il benessere possono essere percepiti nei vari ambienti che si affacciano verso il giardino e il paesaggio e trovano un momento culminante di rigenerazione e di estraniamento nella stanza dell’acqua sospesa, nella quale si rimane in collegamento diretto con il cielo e le sue infinite variazioni legate al trascorrere dei giorni e delle stagioni.

Fonte: Studio di architettura Marco Castelletti

  Scheda progetto: Casa a Morchiuso
Filippo Simonetti
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