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Firenze si prepara ad ospitare 'La Botanica di Leonardo'
Dal 13 settembre al 15 dicembre presso il Museo di Santa Maria Novella
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27/08/2019 - L’esposizione La Botanica di Leonardo, dal 13 settembre al 15 dicembre presso il Museo di Santa Maria Novella a Firenze, delinea il contesto filosofico e tecnico del tempo di Leonardo per approfondire i suoi studi sulle forme e sui processi del mondo vegetale, attraverso il suo sguardo di pensatore “sistemico”, evidenziando le connessioni fra arte, scienza e natura e le relazioni fra i diversi ambiti del sapere.
La Botanica di Leonardo diventa così un punto di osservazione privilegiato per aprirsi ad un discorso contemporaneo sull’evoluzione scientifica e la sostenibilità ecologica.

Dalla fillotassi alla dendrocronologia, gli scritti e i disegni di Leonardo registrano infatti intuizioni di assoluto rilievo nella storia della botanica, generate dal suo acuto spirito di osservazione e dalla sua continua attività sperimentale, che vanno a delineare una visione dinamica della scienza, inscindibile dall’arte e dalla tecnica e ricca di implicazioni e riferimenti anche nella contemporaneità.

Nell’intreccio tra fogli originali, elementi naturali e installazioni interattive, la mostra offre così al pubblico l’occasione di approfondire un importante terreno d’indagine di Leonardo e di apprezzarne gli altissimi esiti raggiunti.

In mostra sono presenti tre preziosi fogli autografi, provenienti dal Codice Atlantico conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.
I tre fogli offrono preziose rappresentazioni vegetali: il 197v include l’indicazione di come ottenere la stampa di una foglia e l’impressione di una foglia di salvia; il 663r mostra un ampio disegno di fiori del genere Asphodelus L.; il 713r lo schizzo di foglie e frutti di Morus nigra L.

Il dodecaedro e l’albero di gelso sono simbolo della mostra. Per gli antichi Greci e per i neoplatonici rinascimentali il Dodecaedro rappresenta l’intero l’universo, mentre gli altri poliedri platonici rappresentano i quattro elementi: la terra (cubo), l’aria (ottaedro), l’acqua (icosaedro) e il fuoco (tetraedro).
Leonardo ha disegnato questi poliedri per il manoscritto De Divina Proportione di Luca Pacioli ammirando le forme con cui la natura crea e trasforma la materia e riflettendo su come l’uomo, parte del creato, può leggerla e rielaborarla. L’interconnessione fra tre dei mondi costitutivi dell’universo – vegetale, animale e minerale – era per Leonardo un mistero da svelare ma non violare.

Il Gelso è una delle piante più importanti per Leonardo, che l’ha rappresentato, come tema unico, nella sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano. Con la foglia del Gelso, inoltre, l’insetto Bombyx mori produce la meraviglia della seta; seta che per Leonardo ben esprime il mistero, la forza, la grazia e la bellezza della natura e la sua condivisione con l’uomo. Leonardo ha studiato approfonditamente le tecniche di lavorazione della seta e nei suoi appunti sono presenti innovativi progetti di strumenti e meccanismi tecnologici connessi alla produzione serica, con particolare riferimento ai torcitoi e ai processi di torcitura.

Dodecaedro e Gelso sintetizzano uno dei temi portanti della mostra, portando all’attenzione del grande pubblico la visione sistemica di Leonardo. Il suo sguardo – dopo cinque secoli – si offre come un elemento prezioso per osservare, leggere e rileggere il mondo di oggi, intrecciando il pensiero sistemico da lui suggerito cinquecento anni fa con le conoscenze e le tecnologie di cui oggi disponiamo (fra queste le scienze omiche, matematiche e bioinformatiche).

Assumere Leonardo come riferimento per il nostro prossimo futuro implica proporre una nuova visione del tutto e una diversa consapevolezza del posto dell’uomo nel mondo. Fra gli obiettivi da porci, certamente dovremmo individuare nuove modalità per diminuire l’artificialità del progresso (oggi principalmente dovuto alle sostanze chimiche non biodegradabili ed estranee al ciclo del vivente) e studiare come difenderci dalla minaccia incombente che gli influssi epigenetici degli organismi geneticamente modificati portano con sé.

Attingere a Leonardo in chiave autentica e insieme contemporanea implica anche tentare di definire un nuovo sistema di pensiero che guardi e attualizzi quanto avvenne a Firenze dall’inizio del Quattrocento, quando – sotto l’egida medicea – i processi alchemici e il pensiero neoplatonico abbracciarono e nutrirono le arti, le tecnologie, le scienze, secondo una visione organica, nello stesso tempo fortemente coesa e incredibilmente varia.

Nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella e in alcune piazze di Firenze trovano posto i cinque solidi geometrici che secondo Platone (428-347 a.C.), raccogliendo l’eredità dei Pitagorici, davano corpo ai quattro elementi del cosmo: l’esaedro per la terra, l’icosaedro per l’acqua, l’ottaedro per l’aria, il tetraedro per il fuoco.

A questi si aggiungeva il dodecaedro, sintesi sublime della quintessenza:
rimanendo ancora una forma di composizione, che è la quinta, di quella si fu giovato Dio per lo disegno dell’universo.” (Platone, Il Timeo).

Gli studi di Leonardo sulla matematica e sulla geometria a Milano, sono debitori della conoscenza di fra Luca Pacioli (1445-1517) che conobbe a Milano alla corte di Ludovico il Moro, disegnando per il suo Compendio de la divina proportione sessanta solidi regolari e viceversa ricevendo preziosi insegnamenti. Grazie a questa feconda frequentazione Leonardo sviluppa negli anni profonde riflessioni sull’aritmetica, sulla geometria euclidea, sulle proporzioni, elementi costruttivi del cosmo, della natura, della scienza e dell’arte.


  Scheda evento:
Mostra:
13/09-15/12 MUSEO DI SANTA MARIA NOVELLA, FIRENZE
La Botanica di Leonardo. Per una nuova Scienza tra Arte e Natura


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