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II nuovo ristorante Andrea Aprea alla Fondazione Luigi Rovati di Porta Venezia
Flaviano Capriotti firma un progetto dove il rapporto tra alta gastronomia e design si risolve in un dialogo tra visioni, materia e sensi
Autore: rossana vinci
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Ph. © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati Ph. © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati
14/07/2022 - Lo studio di architettura milanese guidato da Flaviano Capriotti firma il ristorante gastronomico e il Caffè Bistrot dello chef Andrea Aprea all’interno dello storico Palazzo milanese di Corso Venezia, risalente al 1871 oggi sede della Fondazione Luigi Rovati e del suo Museo d’Arte.
 
Basato su un dialogo tra antico e presente, memoria e cultura, matericità ed esperienza sensoriale, il design del Ristorante raccoglie in una cornice estetica tutti i valori dell'esperienza gastronomica che lo Chef Andrea Aprea ha definito in un percorso di ricerca ventennale. L'ambiente è caratterizzato da uno spazio dal grande impatto scenografico, dove una sorprendente vetrata panoramica apre lo sguardo sul parco di Porta Venezia e sullo skyline della città.

Gli interni sviluppano in chiave contemporanea il rapporto tra attesa e riconsegna dell’esperienza gastronomica, creando sottili relazioni di senso con la nuova vocazione del Palazzo, il contesto culturale, i materiali nobili e il dialogo continuo con le opere d’arte tra cui spicca l’opera site specific realizzata da Andrea Sala, Il vestito di un riflesso”, per il timpano del Palazzo.
Il ristorante si sviluppa su 400 mq, suddivisi in 210 mq di sala, private dining, cantina, hall d’ingresso e 190 mq di cucina. 36 coperti abitano lo spazio, con otto tavoli disposti nella sala centrale, dove lo sguardo degli ospiti incontra l’ineffabile linearità espressiva della cucina: completamente a vista.

La grande sala centrale del ristorante è caratterizzata da pareti rivestite di conci di bucchero - la caratteristica ceramica nera con cui gli etruschi realizzavano i loro vasi - realizzati su disegno, che Capriotti ha voluto per creare una linea di continuità con il Museo d’Arte che ospita una importante collezione di reperti etruschi.
I profili sono stati realizzati a mano da un artigiano del Viterbese ai confini tra Lazio, Toscana e Umbria che opera in una piccola fornace dove cuoce la terracotta secondo le antiche tecniche, in assenza di ossigeno, da cui risulta il caratteristico colore nero cangiante di memoria etrusca.

Uno scenografico lampadario circolare in vetro di Murano e foglia d’oro - realizzato su disegno di Capriotti da Barovier&Toso con l'antica lavorazione “rugiada” - scandisce la centralità della sala e dialoga con le prospettive inclinate delle pareti e del soffitto che rendono l’intero spazio una sorta di proscenio per osservare l’alta cucina all’opera.
Una scenografia dei sensi, dove vivere il rapporto con il cibo, tra attesa delle premesse e condivisione delle conseguenze gustative: in una dimensione di continua sorpresa estetica, tra intimità e completezza.
Lo spazio del ristorante permette di volgere lo sguardo in due direzioni: da una parte, l’atto creativo della preparazione dei piatti può essere osservato attraverso la grande parete vetrata che separa la cucina dalla sala; dall’altro lato lo sguardo si dilata dai giardini pubblici “Indro Montanelli” di Porta Venezia agli edifici simbolo di Milano, come il Museo di Storia Naturale, il Planetario di Piero Portaluppi, la Torre Rasini degli architetti Ponti- Lancia, fino ad abbracciare le architetture contemporanee che hanno ridefinito lo skyline della città.

“Il progetto è il punto di incontro tra la filosofia gastronomica di Andrea Aprea e la mia visione del progetto – spiega Flaviano Capriotti – in una perfetta sintesi tra due modi di intendere il tema dell’esperienza sensoriale: tra alta gastronomia e percezione dello spazio, coinvolgendo vista, tatto ed udito. Grande importanza è stata data al comfort acustico e luminoso. Proprio il tema del comfort è una delle chiavi di lettura, dove l'ospite si abbandona ad una serie di sensazioni prodotte dal cibo e dall'ambiente. Innovazione, modernità, ricordo, attenzione alla memoria e alla tradizione sono gli ingredienti con cui abbiamo progettato gli spazi.”

  Scheda progetto: Ristorante Andrea Aprea
Leo Torri
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Massi Ninni
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