18/09/2012 - Nelle Fruttiere di Palazzo Te a Mantova è in corso la mostra “Pier Luigi Nervi Architettura come Sfida. L’industria e la fabbrica sospesa”, dedicata all’opera dell’ingegnere italiano che segnato la storia del ‘900. L’esposizione inaugurata lo scorso 8 settembre resterà aperta al pubblico fino al prossimo 25 novembre.
Una retrospettiva internazionale che raccoglie disegni originali, modelli e fotografie di cantiere di dodici progetti famosi di Pier Luigi Nervi, tra cui lo Stadio Municipale di Firenze del 1932, la sede dell'Unesco a Parigi, l'Aula Vaticana delle udienze pontificie, la Torre della Borsa di Montreal, il progetto dell'Ambasciata Italiana a Brasilia, ideato insieme con il figlio Antonio nel 1969.
Una selezione di progetti noti ai quali si aggiunge una sezione dedicata alla realizzazione di Nervi per la città di Mantova: la Cartiera Burgo, soprannominata ‘la Fabbrica sospesa’, una delle opere più complesse dell’ingegnere di Sondrio.
La dimora gonzaghesca ospita i casseri originali, nonché gli unici rimasti, utilizzati per “gettare” il solaio isostatico dei magazzini della Cartiera mantovana, che costituiscono ritrovamenti recenti fondamentali per comprendere i metodi costruttivi di Nervi.
Nel 1961 Nervi accetta l’incarico di progettare la Cartiera Burgo: si tratta di una vera e propria sfida per l’ingegnere che si misura nella risoluzione di un problema complesso, quale quello di un ambiente unico lungo 250 metri, con una facciata libera di 160 metri, nel quale organizzare le diverse fasi di lavoro. L’architettura singolare della fabbrica si rivela subito un’icona assimilabile alla configurazione di un ponte sospeso, modello unico di statica e funzionalità.
La mostra gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e nasce dalla cooperazione tra l’Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project di Bruxelles e il Civa (Centre International pour la Ville, l’Architecture et le Paysage) di Bruxelles, in cooperazione con il MAXXI/Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo e con la collaborazione del CSAC/Centro Studi e Archivi della Comunicazione dell’Università di Parma.
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