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L'arte ribelle in mostra ad Alberobello
'Banksy e altre storie di artisti ribelli': oltre 50 opere di creativi dissidenti che hanno rivoluzionato la scena artistica contemporanea fino al 30 settembre a Casa Alberobello
Autore: giulia capozza
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TvBoy Santa Claus illegal immigrant, 2020 Tecnica mista su tela Pop House Gallery TvBoy Santa Claus illegal immigrant, 2020 Tecnica mista su tela Pop House Gallery
16/05/2025 - Casa Alberobello ospita oltre 50 opere tra le più irriverenti e controcorrente della scena artistica contemporanea. Fino al 30 settembre 2025, la mostra “Banksy e altre storie di artisti ribelli” racconta il mondo attraverso gli occhi di alcuni dei protagonisti della ribellione creativa.

La mostra rappresenta una summa dell’arte contemporanea oggi, presentando al pubblico i lavori di artisti come Banksy, TvBoy, Mario Schifano, ma anche di altri nomi celebri e conosciuti a livello internazionale: da Warhol a Damien Hirst, da Mr Brainwash a Obey, da Takashi Murakami a Liu Bolin, e poi Kaws, Accardi, Petrucci, Rizek. Tutti protagonisti di un’arte pubblica e sociale diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi, perché parlano di una realtà che ci appartiene.

"Questa mostra - dichiarano il Sindaco Francesco De Carlo e l’Assessora alla Cultura Valeria Sabatelli - ci ricorda che l’arte non è solo bellezza, ma anche coraggio, visione e responsabilità. Banksy e gli altri artisti ribelli ci parlano con forza, ci pongono domande scomode e ci aiutano a guardare il mondo con occhi più attenti. È questo lo spirito con cui lavoriamo ogni giorno: mettere al centro la cultura come strumento di crescita e partecipazione per tutta la comunità".

Curata da Piernicola Maria Di Iorio, la mostra racconta storie “controcorrente”, parlando di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con maestria lirica o anche con un deciso tono di attacco. Il messaggio non è mai banale né scontato, scuote le coscienze, indigna, commuove.

"Alberobello, con i suoi trulli patrimonio UNESCO - afferma il curatore Piernicola Maria Di Iorio - accoglie oggi espressioni artistiche contemporanee nate negli spazi urbani. Un dialogo che può apparire inaspettato, ma che rivela connessioni profonde. I trulli sono un esempio di architettura vernacolare, sviluppatasi per rispondere a esigenze pratiche della comunità e non come imposizione accademica".

Gli artisti, diventati sempre più centrali nell'interesse pubblico, hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. 
 
La mostra, in esclusiva per il Locus Festival 2025, è prodotta e organizzata da Bass Culture e Piuma, con il patrocinio del Comune di Alberobello.

“Ogni artista in mostra - conclude Vincenzo Bellini, amministratore di Bass Culture srl - interpreta la realtà con uno sguardo personale e inconfondibile, in un linguaggio diretto, capace di parlare a chiunque. L’esposizione non è solo un’esperienza estetica, ma un invito a interrogarsi sul presente: un’occasione per scoprire come l’arte possa scuotere le coscienze, stimolare il pensiero e generare trasformazioni profonde nella società. Con opere audaci e provocatorie, gli artisti ci spingono a rompere gli schemi, aprendo nuove prospettive sul mondo che ci circonda”.
 

Gli artisti in mostra

Nel panorama dell’arte contemporanea, la ribellione ha assunto forme diverse: dalla contestazione politica alla sovversione del mercato, dall’occupazione degli spazi urbani al rifiuto delle convenzioni espositive. Una generazione di artisti dissidenti che ha in Andy Warhol uno dei suoi capostipiti. La sua Factory, le sue serigrafie e la sua elevazione di oggetti banali a icone d’arte rappresentavano negli anni ‘60 una sfida radicale alle convenzioni estetiche.

Al centro di questa galassia di insorti creativi, Banksy emerge come figura paradigmatica di un’arte che ha trasformato la disobbedienza in linguaggio estetico e l’anonimato in manifesto di un'ideologia che ribalta il narcisismo tipico del sistema artistico contemporaneo.

Con approcci diversi, artisti come Banksy o Obey (Shepard Fairey), condividono la vocazione a sottrarre l'arte ai circuiti tradizionali, condensando in immagini immeditate come 'Flying copper' o 'Bomb Love' critiche sociali, in azioni come l'autodistruzione di un'opera appena venduta all'asta un antagonismo al mercato stesso dell'arte; e critiche al potere in veri e propri manifesti politici.

I tessuti urbani si trasformano in gallerie a cielo aperto democratiche e accessibili, dai muri di Belfast, Londra, New York o Gaza fino al design commerciale. “HOPE” di Obey per la campagna di Obama rappresenta forse il momento in cui la street art ha definitivamente valicato il confine tra controcultura e mainstream.

TVBOY traduce questa attitudine nel contesto mediterraneo, con interventi che trasformano l’attualità politica italiana ed europea in icone pop immediatamente riconoscibili. Le sue rappresentazioni di leader politici che si baciano o in pose provocatorie generano dibattito pubblico, dimostrando come l’azione artistica non autorizzata possa ancora innescare discussioni collettive

Mr. Brainwash, la cui storia è inestricabilmente legata a quella di Banksy attraverso il documentario “Exit Through the Gift Shop”, rappresenta un caso studio sulla mercificazione della ribellione. La sua rapida ascesa nel mercato dell’arte solleva interrogativi sulla facilità con cui l’estetica della contestazione può essere assimilata dal sistema che pretendeva di criticare; mentre Rizek esplora nuove frontiere espressive attraverso una ricerca materica che trascende i confini tra pittura e oggetto.

La denuncia assume forme più sottili nell’opera di artisti che operano all’interno del sistema istituzionale. Damien Hirst ha fatto della provocazione la sua cifra distintiva, dalla famosa serie di animali in formaldeide alle pill cabinets, opere che sfidano tanto i tabù culturali quanto i limiti del mercato. La sua decisione di bypassare le gallerie vendendo direttamente all’asta un’intera mostra rappresenta una forma diversa di rivolta contro le convenzioni del mondo dell’arte.

Takashi Murakami sovverte le gerarchie tra cultura alta e bassa, tra Oriente e Occidente, fondendo la tradizione pittorica giapponese con l’estetica manga e anime. Il suo “superflat” non è solo uno stile ma una teoria critica che legge la società contemporanea come appiattimento dei valori, dove l’arte si confonde con il merchandise e viceversa. La sua collaborazione con marchi di lusso come Louis Vuitton rappresenta non una resa al commercio, ma un’infiltrazione sovversiva nei circuiti del consumo globale.

Liu Bolin, l’artista cinese noto come “l’uomo invisibile”, ha sviluppato una forma di protesta unica: dipingendo il proprio corpo per mimetizzarsi completamente con lo sfondo, scompare fisicamente dentro le sue opere. Iniziata come reazione alla demolizione del suo studio da parte del governo cinese, questa pratica è evoluta in una critica globale ai meccanismi di cancellazione dell’individualità nella società contemporanea e la sua sparizione visiva rappresenta paradossalmente la massima forma di presenza.

Anche KAWS (Brian Donnelly) ha iniziato la sua carriera con atti di ribellione visiva, intervenendo illegalmente su manifesti pubblicitari per sostituire i volti dei modelli con il suo iconico personaggio dai teschi incrociati. La sua traiettoria, dai graffiti illegali alle sculture monumentali, dalle collaborazioni con Dior alle quotazioni milionarie, racconta come la ribellione possa evolversi senza necessariamente tradire se stessa.
 

Gli artisti ribelli nel contesto italiano

In Italia, Mario Schifano ha incarnato una forma di dissenso più esistenziale e meno programmatica. La sua vita febbrile, il suo approccio sperimentale ai media e la sua capacità di assorbire e reinterpretare tanto la cultura alta quanto quella popolare lo hanno reso una figura di riferimento per generazioni di artisti. Le sue opere – dai “monocromi” agli “schermi” – rappresentano un’appropriazione critica del linguaggio televisivo e pubblicitario che anticipa molte delle strategie degli artisti contemporanei.

Nello Petrucci e Angelo Accardi rappresentano evoluzioni più recenti di un'attitudine ribelle nel contesto italiano. Il primo, con i suoi collage stratificati che fondono immaginari pop e riferimenti alla storia dell’arte, crea cortocircuiti visivi che invitano a una lettura critica dell’overdose di immagini contemporanea. Il secondo, con le sue composizioni surreali popolate da struzzi e personaggi incongrui, sovverte le aspettative narrative creando scenari che sfidano le logiche lineari del racconto visivo.
 

Le sfide nell'epoca contemporanea

La mostra Bansky e altri artisti ribelli permette di osservare come la sfida principale sia mantenere l’integrità della critica artistica mentre si naviga un sistema che tende ad assorbire e neutralizzare ogni forma di dissenso trasformandola in prodotto commerciale.

L’indipendenza nell’arte contemporanea non si misura forse nella capacità di restare completamente fuori dal sistema – obiettivo probabilmente impossibile – ma di mantenersi in una posizione liminale, di confine, dove l’operazione artistica conserva la sua capacità di disturbare, interrogare e sovvertire anche mentre partecipa, inevitabilmente, ai meccanismi che intende criticare.

In un’epoca in cui l’autenticità è diventata essa stessa un valore di mercato, questi artisti ci ricordano che la ribellione più profonda non sta nei gesti clamorosi, ma nella coerenza con cui si persegue una visione, nel coraggio di mettere in discussione continuamente anche le proprie posizioni, e nella capacità di trasformare la contestazione in un linguaggio visivo che possa effettivamente raggiungere e influenzare un pubblico più ampio possibile.

  Scheda evento:
Mostra:
15/04-30/09 CASA ALBEROBELLO, ALBEROBELLO
Banksy e altre storie di artisti ribelli



Locandina mostra 'Banksy e altre storie di artisti ribelli'


Banksy Flying Copper, 2003 Serigrafia Pop House Gallery


Banksy Donuts Chocolate ,2009 Serigrafia firmata Pop House Gallery


Shepard Fairey (Obey) Hope, 2008 Litografia su carta Pop House Gallery


Andy Warhol Ingrid Bergman, 1972 Serigrafia Pop House Gallery


Takashi Murakami Flowers, 2010 Litografia offset Pop House Gallery


Kaws Gone companion - Blue edition, 2019 Figura in resina colata in vinile dipinto Pop House Gallery


Kris Rizek La Pietà, 2015 Stencil, spray e acrilico su tela Pop House Gallery


Mr. Brainwash Basquiart, 2021 Tecnica mista su tela Pop House Gallery


TvBoy European parliament school report, 2020 Tecnica mista su tela Pop House Gallery


Nello Petrucci Nina Simone, 2022 Collage su tela Pop House Gallery

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Andy Warhol Ingrid Bergman, 1972 Serigrafia Pop House Gallery
Takashi Murakami Flowers, 2010 Litografia offset Pop House Gallery
Kaws Gone companion - Blue edition, 2019 Figura in resina colata in vinile dipinto Pop House Gallery
Kris Rizek La Pietà, 2015 Stencil, spray e acrilico su tela Pop House Gallery
Mr. Brainwash Basquiart, 2021 Tecnica mista su tela Pop House Gallery
TvBoy European parliament school report, 2020 Tecnica mista su tela Pop House Gallery
Nello Petrucci Nina Simone, 2022 Collage su tela Pop House Gallery
Banksy Bomb Love, 2003 Serigrafia Pop House Gallery
Angelo Accardi Blend, 2018 Olio su tela Pop House Gallery
Liu Bolin Fruit Juices, 2019 Fotografia, stampa a getto di inchiostro 88x66cm Pop House Gallery
Liu Bolin Fruit Juices, 2019 Fotografia, stampa a getto di inchiostro 88x66cm Pop House Gallery
Liu Bolin Fruit Juices, 2019 Fotografia, stampa a getto di inchiostro 88x66cm Pop House Gallery
Liu Bolin Fruit Juices, 2019 Fotografia, stampa a getto di inchiostro 88x66cm Pop House Gallery
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  Scheda evento:
15/04-30/09 CASA ALBEROBELLO, ALBEROBELLO
Banksy e altre storie di artisti ribelli

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