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19/01/2014 - Il Palladio Museum rende omaggio a Donato Bramante, l'architetto che rivoluzionò il concetto di spazio, reinventando l'immagine degli edifici rinascimentali, in occasione del quinto anniversario della sua morte. Ma come progettava Bramante i suoi edifici? A raccontarlo la mostra Donato Bramante e l'arte della progettazione, fino all'8 febbraio.
La mostra nasce dal progetto di ricerca di Christof Thoenes (Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la storia dell'arte), che ha sviluppato una sequenza inedita di disegni interpretativi dei procedimenti del Bramante, in collaborazione con Alina Aggujaro.
Tra i contenuti più accattivanti dell'esposizione il leggendario progetto autografo di Bramante per la Basilica di San Pietro, conosciuto con il nome di 'Uffizi 20 A'.
"Siamo intorno al 1506 e nel concepire la più grande basilica della Cristianità per il papa Giulio II, Bramante mette a punto un nuovo concetto di spazio architettonico ispirato a quello dei grandi edifici della Roma antica - spiega il direttore del Palladio Museum Guido Beltramini – È un processo per gradi, che Bramante registra sul foglio Uffizi 20 A mano a mano che esce dal suo cervello: il disegno è quindi una sorta di palinsesto, un diario di viaggio alla scoperta di quella che sarà l’architettura del Rinascimento".
“Il nostro obiettivo - sottolinea Alessandro Scandurra, curatore dell'allestimento della mostra - non è attualizzare Bramante, o proporlo come un modello per l’oggi ma cercare nel suo lavoro le radici di temi e problemi significativi anche per un progetto contemporaneo”.
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