18/07/2013 - Lineaventi presenta il progetto "Luce per l'arte", con il desiderio di avvicinare il mondo industriale a quello artistico, creando una opportunità di visibilità che sia trasversale ai due contesti. Lo spunto viene dalla famiglia di prodotti “Cubo”, che si prestano in modo naturale ad accogliere una prova d’artista proprio grazie al particolare design di prodotto. Infatti le cover che accessoriano il corpo illuminante diventano vere e proprie tavole che l’azienda mette a disposizione di artisti disposti a fornire una loro interpretazione di questo elemento architetturale. Il lavoro dell’artista diventa così parte integrante del prodotto stesso in una suggestiva esposizione valorizzata dal “letto di luce” che in realtà è la vera ragione di esistenza del progetto. I lavori sono presentati, uno alla settimana, nel sito internet, diffusi tramite un’azione di mailing destinata a progettisti, designer e installatori, e tramite una pagina facebook dedicata all’iniziativa.
Tracce di Silvia Osio
Cosa è reale, astratto, surreale? Sono parole inesatte legate ad una fraseologia superficiale. Una sola cosa deve essere reale per ogni pittore: la sua pittura.
(Dattiloscritto 1950, archivio Novelli,Roma).
Il cemento che utilizzo nei miei lavori racconta storie e costruisce muri e frammenti di passato di quelli che hanno voluto lasciare un segno della loro presenza, spesso eco di un’assenza. Raschiando il cemento spesso mi capita di veder affiorare mondi che emergono dal fondo come le conchiglie con la bassa marea.
Nulla di ciò che si realizza è prevedibile perché ho scelto il cemento come mezzo, non come fine. Ciò che conta è costruire spazi su cui disegnare il tempo, incidere emozioni, scrivere storie. Non è l’immagine in quanto tale che vale, ma il segmento stesso di vita, l’ energia emotiva, e il flusso intellettuale che vive il farsi dell’opera.
Il controllo razionale e l’automatismo istintivo operano insieme raccontando di mondi possibili che si svelano. Quale occasione migliore per dare forma al pensiero liberando segni che diventano il presupposto di un linguaggio poetico mai compiaciuto. E’ come voler scrivere qualche cosa con un alfabeto ancora da inventare.
Così se nell’abbozzare una traccia il colore vola via (perché è polverizzato) o cola (perché è lavato) o il cemento si stacca lascio che accada, senza correggere, in piena libertà.
Come direbbe Novelli scrivere conta più dello scritto.
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