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07/11/2012 - Si inaugura il prossimo venerdì 9 novembre la mostra Gio Ponti - "Idee" d’arte e di architettura a Imola e in Romagna, presso la Sala Grande Sersanti del Centro Polivalente Gianni Isola, dedicata all’attività del Maestro del Novecento italiano in Romagna e, in particolare, alla trentennale collaborazione con la Cooperativa Ceramica d’Imola.
Per la prima volta in esposizione la fervida produzione di Gio Ponti (1891 - 1979) in Romagna, dall’architettura, alla ceramica fino alle ‘idee’ per lavori in cartapesta, che lo hanno portato ad instaurare legami di collaborazione e amicizia con personalità romagnole, tra cui Pietro Melandri e Riccardo Gatti della Cooperativa ceramica di Imola e con Gaetano Dal Monte di Faenza.
Con la Cooperativa Ceramica Ponti realizza la famosa serie delle "bottiglie animate", mentre con Dal Monte sperimenta l’utilizzo della cartapesta per gli allestimenti pubblicitari. Esposte anche le architetture di Ponti in Romagna, come per esempio l’Hotel della Città (Fondazione Garzanti) di Forlì e il progetto per il Municipio di Cesenatico.
Lo storico dell’arte e curatore della mostra, Franco Bertoni, ha descritto Gio Ponti come un artista poliedrico che “ha avuto bisogno di esecutori che producessero i suoi progetti, il suo intento era realizzare oggetti di qualità in grande numero, unendo il design all’industria. Tutto ciò portando avanti un filone: la leggerezza. È questa infatti la parola d’ordine che traspare nelle sue opere, nella progettazione degli oggetti sia nell’architettura che nel design”.
L’iniziativa, che resterà aperta al pubblico fino al prossimo 6 gennaio 2013, è ideata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola per ricordare l’architetto, designer e saggista milanese, nonché figura di riferimento del panorama italiana e internazionale del Novecento.
Tra le architetture più note da lui progettate si ricordano la Torre Pirelli di Milano (1956) i Palazzi Montecatini (1936 e 1951) sempre a Milano e la Scuola di matematica di Roma (1934). La macchina da caffè Padovani (1948) e la sedia "Superleggera" (1957) sono, invece, le sue opere di design più rappresentative.
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