07/12/2009 – Cita nel titolo un famoso progetto urbanistico-architettonico di Le Corbusier datato 1935 la mostra “ La città radiosa”, organizzata a Trieste dall’Associazione Culturale locale “Gruppo 78” presso la Casa Rosa all’ex OPP e la Stazione Rogers.
L’evento, curato da Maria Campitelli, presenta i primi venti progetti frutto dell’interazione tra architetti, urbanisti ed artisti coinvolti nel programma di public art sviluppato dall’associazione triestina attraverso il sito web La città radiosa, nato per ‘censire’ le aree urbane e suburbane dismesse nella provincia e nella città di Trieste e per progettare ed attuare interventi artistici ed architettonici finalizzati al recupero delle stesse.
“Fascinosi da sempre, i luoghi abbandonati, oggi suscitano nuova attenzione ed interesse in una rilettura del territorio urbanizzato e non. All’eccesso di pianificazione, di organizzazione razionale, di invasivo costruire, alla saturazione del concetto di urbanizzazione si contrappone una ricerca e una valorizzazione dello scarto, di ciò che si insinua tra il costruito, di ciò che rimane al margine, lasciato da parte perchè non produttivo. Insignificanti frammenti territoriali, di cui è intessuta ogni regione, nel loro abbandono garantiscono diversità biologiche, altrimenti schiacciate dal cemento. Gli Stalker, ad esempio, attestati su questo fronte, parlano di “territori attuali” che costituiscono il negativo della città costruita, “luoghi del divenire inconscio dei sistemi urbani” dove attuale significa “diventare altro” in proiezione futura. Luoghi della trasformazione dunque, con ipotesi di ridefinizione e di rinascita tra gli anfratti di una natura non costretta, spesso intrecciata in imprevedibili rapporti con residui strutturali deantropizzati”, spiegano gli organizzatori della mostra.
Al centro dei progetti le residenze abbandonate degli operai della Ferriera, gli ex stabilimenti industriali della zona, i ruderi militari della prima e seconda guerra mondiale, ma soprattutto l’ex ospedale psichiatrico (sede della mostra in corso) e il Porto Vecchio, con le sue architetture d’archeologia industriale come il pontone URSUS, con la gru alta 70 metri, del 1914.
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 18 dicembre.
|